Recensione, Western

L’ULTIMA CACCIA

Titolo OriginaleThe last hunt
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1955
Genere
Durata103’

TRAMA

Nel Dakota, due cacciatori di bisonti uniscono le loro forze per abbattere più capi. Uno dei due, però, è un sanguinario: ama uccidere e sequestra anche una donna indiana. L’altro, stanco della violenza, inizia ad opporsi.

RECENSIONI

Primo e grande western di Richard Brooks, regista sempre propenso a trattare temi di un certo peso, con riflessioni (e condanne) sulla violenza e la sua genesi, in romanzi di formazione a volte (come qui) schematicamente edificanti, con forzature che assecondano il manicheismo, l’individuazione precisa di giusto/sbagliato, comunque encomiabili nell’impostazione di una polemica, di una presa di coscienza sposata al solido e tradizionale impianto spettacolare hollywoodiano, coinvolgente, appassionato, crudo e drammatico. La sua sceneggiatura parte da una tematica animalista (lo sterminio dei bisonti: i capi abbattuti che vediamo sono stati “rubati” alle riprese di tiratori scelti ingaggiati dal governo) e arriva a disquisire sulla necessità o meno dell’uccidere, contrapponendo un Robert Taylor disturbato ed assetato di sangue ad uno Stewart Granger posato e riflessivo, rispettoso della vita e delle culture differenti (Debra Paget: bella e sensuale “indiana”; Russ Tamblyn, invece, con i suoi capelli rossi dovrebbe essere un mezzosangue….). Brooks non cede alla comodità di un delineamento psicologico che opponga il perfido all’eroe: il tipo di Taylor ispira più pena che odio, è mosso dall’ignoranza e dall’ottusità e questo rientra in una mappatura dell’essere umano tipica dell’autore, atta alla comprensione e non alla demonizzazione. Brooks ama anche i finali ad effetto, spesso tragici e significativi: Taylor, perseguitato dai fantasmi, si trasfigura, ucciso dalle proprie ossessioni. Non mancano tocchi ironici (la gag dell’uomo che appende la gallina all’attaccapanni) ed eleganti, fra punte di sarcasmo e metafore visive (l’accostamento vitello-bambino indiano; i cadaveri fra le ossa dei bisonti): Brooks va ancora rivalutato.