LOVE AND BRUISES

Tratto dal romanzo autobiografico di Jie Liu- Falin, Love and bruises è il racconto dell’amour fou tra due giovani di cultura, classe ed etnia diverse: se il rapporto è governato di fondo da una passione incontrollabile, le istanze contraddittorie sul quale esso si fonda non tardano a manifestarsi; ecco allora gli abusi verbali, la violenza, il profondo crepaccio che si apre nella quotidianità reciproca. Eppure le differenze non dissipano la reciproca dipendenza, che è sessuale ed emotiva, e che trova terreno fertile nell’affinità di carattere, in uno speculare sentimento ossessivo, in un vuoto esistenziale di cui si intravedono le tracce nel reciproco vissuto: per lei, come per lui, spezzare il legame risulta più difficile del suo tormentatissimo portarlo avanti.
La storia mette in luce le contraddizioni della fatale relazione in maniera pedante e semplicistica (la ragazza studia la storia dell’emancipazione femminile, ma viene trattata come una serva o una prostituta; il gap culturale viene rimarcato goffamente nella scena della cena con gli amici di lei, in cui l’espediente drammaturgico del conflitto è innescato con vistosissima pretestuosità; la questione sociale è esposta con facilità e schematismo).
Il regista pedina i personaggi con un uso assai disinvolto e non di rado efficace della camera a mano, cerca e ottiene una cifra realistica con sprazzi visivi apprezzabili, cattura con occhio felice scorci cittadini, ma fa avvinghiare i corpi dei protagonisti in turbini erotici sempre studiatamente casti e totalmente artefatti, si abbandona alla tematica, trascurando una narrazione che pure c’è, e che si dimostra debole, superficiale, mai convincente.
Con Tahar Rahim, protagonista de Il profeta.