TRAMA
Londra, 1885: un chirurgo sperimenta sulla moglie un nuovo anestetico, finché non la uccide. Sconvolto, lascia il paese. Torna, dopo dodici anni, con una nuova compagna che afferma di vedere il fantasma della deceduta.
RECENSIONI
Riccardo Freda in veste internazionale: ingaggia attori inglesi, anglicizza il cast tecnico (compreso se stesso, con lo pseudonimo Robert Hampton) e scimmiotta il Poe di Roger Corman e le produzioni horror della “Hammer”, di successo nonostante il basso costo. Cerca anche richiami testuali, chiamando il suo protagonista come Alfred Hitchcock (manca solo una “t”), cui decreta citazioni dirette con la casa e la prima moglie di Rebecca e con la scena del bicchiere con latte avvelenato di Il Sospetto. Fra temporali, lumi di candela ed eleganti interni della villa, prova a mantenere vivi la tensione e il mistero il più a lungo possibile, affidandosi al raffinato commento musicale di Roman Vlad che parte epico e, per gran parte della durata, è l’assoluto protagonista. Una corda tesa a lungo che, infine, mostra impotenza: il racconto non solo non fornisce spiegazioni esaurienti ai “segreti” disseminati con suspense ma non si accorge nemmeno di lasciare ampie possibilità allo spettatore di prevedere in anticipo tutti i risvolti, proseguendo come se avesse ancora qualche asso nella manica. Tutto qua il segreto di Hichcock? Orribile? È vana la speranza che tale aggettivo si riferisca a qualcosa di indicibile, magari riallacciandosi ad una sorta di necrofilia velatamente suggerita in incipit (e dimenticata). Per molti è un cult, ma non lambisce nemmeno il discreto artigianato di un Terence Fisher. Se la confezione è, in apparenza, più che dignitosa, certe imperizie sono disarmanti. Su tutte l’illuminazione: brutti gli spot a cerchio, che vorrebbero imitare la luce di una candela e vengono accesi quasi sempre in ritardo; da fustigare i tecnici che non stanno dietro all’attore con il faro; da chiudere due occhi sulla ripresa in esterno giorno della carrozza, quando si suppone che sia sera. Da dimenticare, anche, come Barbara Steele trova il passaggio segreto e il gatto nero che casca sulla tomba lanciato in modo risibile da un assistente fuori campo.