TRAMA
Nella Londra sconvolta dagli attacchi terroristici del luglio 2005, un uomo e una donna cercano i rispettivi figli.
RECENSIONI
Due anime perdute nell'inferno muto e svuotato della metropoli sotto shock, due solitudini opposte e parallele che si nutrono degli stessi sogni, degli stessi incubi, che imparano a conoscersi e a convivere, fino alla conclusione, inevitabile quanto struggente. Almeno sulla carta, perché sullo schermo London River è un dramma strascicato e risaputo, scritto con i piedi (l'improbabile dinamica dell'incontro fra i protagonisti ne è un esempio insigne), diretto senza un'idea che sia una, con l'insopportabile pedanteria dello sguardo che vorrebbe essere scabro e documentario, ma è solo pleonastico e ripetitivo (senza che dalla ripetizione scaturisca l'angoscia impalpabile dell'attesa, che dovrebbe poi essere il soggetto del film). Un elegante (?) minuetto costruito (male) attorno a due attori intensi, che fanno di tutto per rendere vivi e palpitanti i rispettivi personaggi: missione impossibile. Si apprezza lo slancio con cui Brenda Blethyn recita per una buona metà del film in francese (di rigore la versione originale), si ammirano i riverberi grigiastri della fotografia di Jérôme Alméras e ci si domanda come mai un regista della fama di Bouchareb (le cui opere sono ospitate regolarmente nei più importanti festival) non riesca a realizzare qualcosa di meglio di un insipido tv movie.