Recensione, Thriller

LO STRANIERO (1946)

Titolo OriginaleThe Stranger
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1945
Genere
Durata95’

TRAMA

Inseguendo un suo collega uscito di prigione, un ispettore scopre un nazista nascostosi nel Connecticut sotto falso nome. Ora fa il professore ed è sposato.

RECENSIONI

Facile riconoscere il genio di Orson Welles quando è alle prese con soggetti impegnativi e drammaturgie raffinate: più arduo coglierlo in produzioni maggiormente di routine/commerciali, strette nelle maglie di genere come questa. A prescindere dalle dichiarazioni dell’autore (“L’ho fatto solo per dimostrare che anch’io potevo mettere in piedi un film come chiunque altro”; “Non c’è niente di me in questo film”), dalle solo discrete sceneggiatura di Anthony Veiller (i dialoghi, soprattutto) e drammaturgia figlia (anche) del montaggio, la sua messinscena regala parecchie sequenze da antologia, con una grande intelligenza nell’organizzare l’impalcatura dell’opera, indisgiungibile dalla perfetta e funzionale direzione delle recitazioni. Il modo, poi, in cui disegna il protagonista come freddo e spietato è qualcosa di unico: Welles non sarebbe Welles se non iniettasse tracce ambigue e scomode e, in questo senso, sono palpabili la rabbia e l’odio nei confronti del popolo tedesco del Terzo Reich, fino al finale con stilemi enfatizzati per rappresentare il suicidio (fotografia di Russell Metty).