L’IGUANA

Anno Produzione2004

TRAMA

UIl giovane conte Aleardo approda con il suo panfilo in un’isola portoghese. Qui conosce tre nobili decaduti e la loro servetta, l’Iguana, costantemente maltrattata dai padroni.

RECENSIONI

E’ consolante sapere che in Italia non si è totalmente perso il gusto per un cinema che punti all’immagine, che miri a una suggestione che nasca dalla contemplazione della figura, che non si consegni al mero realismo ma che azzardi anche sul terreno del visionario o dell’irrazionale. La regista, partendo dall’omonimo, complesso romanzo della Ortese, gira un film a basso costo in cui, tra scorci di artificio pittorico, un registro visivo ricercato e antinaturalistico, si rivela, nei confronti dei suoi connazionali, in netta e sana controtendenza. Certo, non è tutto oro: l’atmosfera surreale che regna nell’isola in cui è ambientata la vicenda deve più di qualcosa a Ruiz, il simbolismo è gridato ma sfuggente (ma questa era una caratteristica del romanzo di partenza), la regista non riesce ad evitare una deleteria deriva teatrale (e la non certo memorabile interpretazione del protagonista Andrea Renzi non giova), il mistero e le figure enigmatiche che animano la scena sono gestiti con più di una punta di compiacimento, la noia corre sul filo. Ma quest’isola piena di suoni, che rassembra quella scespiriana de La Tempesta, in cui strani riti e apparizioni, realtà e visioni si intersecano, in cui anche l’horror dà una punta di tinta alla generale fatiscenza che domina gli interni, può valere un’occhiata e ci fa sperare in un’alternativa valida alla generale tendenza dell’attuale cinematografia nostrana.