Drammatico, Recensione

LIFE WITHOUT PRINCIPLE

Titolo OriginaleDuo mingjin
NazioneHong Kong
Anno Produzione2011
Durata110'

TRAMA

Le conseguenze immediate del crack finanziario in Corea.

RECENSIONI

Duo mingjin, Life without Principle è un tentativo, abbastanza riuscito, di imbastire un racconto corale e morale intorno ai recenti sconvolgimenti dell’economia mondiale: crisi finanziaria, crack delle borse, ripercussioni sui piccoli, medi e grandi risparmiatori. Più linee narrative autonome si intersecano in corrispondenza del crack, vissuto come sorta di schiaffo collettivo che destabilizza e risveglia le coscienze. Il regista di Exiled concentra tutto nell’arco di ventiquattro ore, fa di un unico oggetto valore il perno del racconto (dieci milioni di dollari) e moltiplica i punti di vista dilatando il tempo della narrazione. Su tre vicende, To azzecca un episodio in particolare, quello che ruota attorno alla giovane impiegata di banca, l’unico in cui l'impressione di instant movie un poco abborracciato e improvvisato svanisce di fronte alla vivisezione impietosa e puntuale del groviglio di norme che seduce, cattura e inganna. La lunga, incalzante e delirante conversazione tra la giovane addetta agli investimenti e un'anziana cliente, con il suo strascico di ipocrisie e trappole occultate dietro ad incomprensibili formule di rito, riesce a rendere alla perfezione il perverso meccanismo che regge un sistema che meritava il collasso. L'autore, abituato ad abdicare al realismo in nome bella composizione coreografica, cede un paio di volte alla tentazione, legittima nel cinema di genere ma discutibile in un racconto che si vorrebbe piano, del grottesco adrenalinico, come l’uomo al volante nonostante un punteruolo di cristallo conficcato nel petto. Un peccato veniale per un’opera nel complesso convincente.