Drammatico, Recensione

LIFE AND DEATH OF A PORNO GANG

Titolo OriginaleZivot i smrt porno bande
NazioneSerbia
Anno Produzione2009
Durata107'

TRAMA

Marko sogna il cinema d’autore; ma poi entra nel più fruttifero giro del cinema porno. Scappa dalle grinfie del corrotto produttore porno Cane e, insieme a un gruppo di attori porno, gira per le campagne serbe con uno spettacolo teatrale fetish-hard-porno. Tra piccoli successi e grandi sconfitte, la porno gang è disperata, i soldi mancano e sono vittime di violenze. Ma salta fuori un uomo: che propone loro di girare snuff-movies per il mercato clandestino.

RECENSIONI

Le vie del nero

Un film horror proveniente dalla Serbia è già di per sé interessante. Di solito, soprattutto ai festival internazionali, il cinema in arrivo dai Balcani assume la forma di atti d'accusa dal forte contenuto politico o di opere piuttosto colorite in cui a dominare è il folklore. Il film del giovane Mladen Djordjevic si stacca nettamente dalle produzioni dei suoi conterranei caratterizzandosi invece per la evidente spinta anarchica che rivendica la libertà di espressione contro il potere costituito. Il protagonista è un ragazzo alla ricerca di se stesso che segue i propri impulsi creativi non fuggendo dalle zone d'ombra della sua personalità. La strada del porno sembra garantirgli la possibilità di sondare l'inesplorato, ma sarà la fondazione di una compagnia teatrale che propone spettacoli pornografici in giro per i paesi della campagna serba, dopo il rifiuto di Belgrado, a non porre limiti alla sua personale visione. Il punto di rottura si raggiunge quando lo sgangherato  team incontra un uomo senza scrupoli che produce snuff movie per ricchi clienti in cerca di emozioni. La carne da macello è quanto mai varia e va dal malato terminale, che vuole lasciare la famiglia in una situazione economicamente agiata, all'ex soldato che attraverso la morte tenta di espiare le atrocità compiute in guerra. In ogni caso tutti volontari, disposti a farsi uccidere davanti alla telecamera mettendosi a nudo in un momento così intimo e definitivo. Il remunerativo mercato degli snuff farà vacillare gli ideali di pace e amore della "porno gang" e dopo il primo omicidio (anche se la vittima è consenziente sempre di omicidio si tratta) nulla sarà come prima. Ognuno reagirà in modo diverso al cupo succedersi degli eventi e la sceneggiatura riesce a dare risalto al corale sentire dei personaggi. Girato con uno stile semi-amatoriale, il film si presenta formalmente indigesto a causa di sgranature, traballii, fotografia sporca e assenza di raffinatezze. Ciò non toglie forza alla narrazione, che comincia a girare a vuoto solo nella parte conclusiva in cui la degenerazione degli eventi è ormai chiara ai protagonisti come allo spettatore. In ogni caso l'opera di Djordjevic si rivela un tentativo coraggioso e apprezzabile di uscire dalle convenzioni e di imbastire un racconto trasversale ai generi combinando mockumentarysnuff, horror e pornografia, senza dimenticare il contesto sociale in cui si muovono i personaggi. La guerra, infatti, è sempre presente: nei bombardamenti che interrompono un porno girato a Belgrado, nel dopo sbronza in cui il protagonista rantola mentre la televisione annuncia la caduta di Milosevic, ma anche nel conflitto che si respira costantemente tra la ragione e l'insensatezza. Il film ha colpito la Giuria del “7° Ravenna Nightmare Film Festival” che lo ha premiato con una Menzione Speciale.