TRAMA
Sembrava quel tipo di casa dove nessuno ti fa domande. Era vecchia e mal costruita, aveva sicuramente bisogno di qualche restauro, ma era tranquilla. Un posto dove ricominciare. Tuttavia da quando vi si era trasferito, John non si sentiva a suo agio. Ne aveva passate tante, di recente. E tutti dicevano che c’era sempre stato qualcosa di strano in lui. Sì, è vero, aveva sempre avuto incubi, la notte… ma questi erano diversi. E in più, quei rumori fuori dalla sua porta erano proprio veri. O sembravano esserlo. La vecchia pazza della stanza accanto gli aveva detto di andarsene. Ma lui non le aveva dato retta. E ora poteva essere troppo tardi. La sua nuova casa lo attraeva ora, lo legava a sé…
RECENSIONI
Home Sweet Home?
"L'inquilino del terzo piano" incontra "Poltergeist" dopo essere passato per "Shining" e tenendo sempre a mente la contaminazione tra luoghi e persone alla base della letteratura di Stephen King (dallo scrittore americano anche l'idea di una fotografia in progressione che vive di vita propria). Ma sono tanti i ricordi cinematografici e letterari che affiorano guardando l'opera d'esordio del regista inglese Sean Hogan. Ed è proprio questo il problema: la totale mancanza di originalità. Difficile appassionarsi all'ennesimo inquilino che si ritrova a vivere in un appartamento in cui incubi e strani eventi cominciano a insinuare il dubbio di presenze ultraterrene. E davvero impossibile stupirsi davanti a un televisore che diventa il tramite tra dimensioni parallele e attraverso cui il male ha modo di diffondersi. Così come non può non suonare trita l'immagine onirica di una bambina che gioca a palla, o di un cattivone dal ghigno sbilenco e l'incedere solenne. Peccato, perché a livello cinematografico la deriva a cui giunge il protagonista è ben condotta, gli spazi sono scandagliati con efficacia e gli interpreti hanno le facce giuste per i ruoli; in particolare il protagonista Stuart Laing, sul cui graduale straniamento si regge il lungometraggio. Se l'impianto solido pone fiducia sulle prove future del regista, non è però sufficiente per sostanziare un film che deve scontrarsi con precursori così illustri, e anche l'intrattenimento, pur supportato da un'atmosfera malsana immersa in una quotidianità priva di facili eccessi, soccombe al già visto.
