Documentario, Recensione

LES PLAGES D’AGNÈS

NazioneFrancia
Anno Produzione2008
Durata100'

TRAMA

Agnès si racconta.

RECENSIONI

A cinquanta anni di distanza dall’esordio (il cortometraggio La Pointe-courte, 1954), Agnès Varda decide di fissare definitivamente su pellicola le memorie di mezzo secolo di cinema, di amori, di affetti, di lotte, di spiagge; di decostruirsi per meglio vedersi, come fece a suo tempo con Jane Birkin (Jane B. vu par Agnès B., 1988). La spiaggia è un luogo generatore: di ricordi, d’arte. E’ il luogo dell’autoidentificazione e della messa in quadro del sé (da qui la proliferazione di specchi dell’incipit), ma anche dell’esposizione ad un rischio: che l’erosione e la brezza marina tutto confondano e cancellino. Ogni spiaggia rievoca frammenti di vita vissuta e trasfigurata, filtrati, riletti, raccontati e ri-messi in scena con l’ironia e la saggezza degli ottanta anni: dalle avventure amorose alla Pointe-Courte di Philippe Noiret e Silvia Monfort, con i pescatori del villaggio a fare da sfondo (La Pointe-courte, un segmento di cinema proiettato su una tela/vela sistemata su un carretto: sublime) all’ideale risalita della Senna e l’arrivo a Parigi (dal côté de la côte, 1958 a Cléo, 1963); dall’incontro decisivo con l’amato Jacques alla militanza negli Stati Uniti (Black Panters, 1968, Lions Love, 1969), fino agli anni ’80 e ’90: la palma d’oro (Sans toi ni loi, 1985), la malattia (AIDS) e la morte di Démy. Un viaggio mnemonico nel passato e fisico nel presente: Agnès connette e fa dialogare il proprio archivio mentale e visivo con le immagini raccolte negli ultimi anni (quadri nel quadro, vita nel cinema, cinema nella vita, attualizzazione della/e storia/e sua e degli altri) e ci regala una Performance autopoietica dialettica, barocca e “fluida” difficile da dimenticare.