TRAMA
Una serie di strani omicidi induce il cinico detective Dwight Faraday a sospettare che un’antica creatura della mitologia pellerossa esista realmente.
RECENSIONI
Il bacio della pantera incontra Un lupo mannaro americano a Londra e produce l'ibrido "La donna cervo". L'idea, confermata dallo stesso John Landis in conferenza stampa, è quantomai stupida: una donna bellissima e sensuale che al culmine dell'eccitazione, come da antica leggenda nordamericana, si trasforma in un cervo e prende a calci l'uomo che ha sedotto riducendolo a un ammasso di carne. L'esile spunto diventa nella mani di Landis un tentativo di fondere la commedia con l'orrore. Commistione che a Landis, fin dal successo ululante del 1981 (anche spassosamente citato), riesce benissimo. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Landis insieme al figlio ventenne, non lesina sugli stereotipi (il trauma del protagonista, il poliziotto bianco e quello nero in coppia, la femme fatale che seduce e uccide), ma li cavalca con un'ironia che rende il gioco scoperto, e quindi accettabile. Il pregio del regista americano è di non prendersi troppo sul serio e di alternare con equilibrio momenti esilaranti (il poliziotto che immagina come possa essersi svolto il primo omicidio, l'incontro con il teppista) a virate horror (i sanguinosi omicidi). Moderatamente divertente, poco o nulla spaventoso, ha il suo punto di forza nella demenzialità di alcune trovate e nell'interpretazione sorniona di Brian Benben, che ritrova Landis dopo essere stato protagonista della serie televisiva Dream on.