
TRAMA
Accusato di stupro e omicidio, Martin Thiele viene assolto grazie al suo abile avvocato Ben Chase. Quando quest’ultimo, però, scopre che era davvero colpevole, usa l’inganno per mettergli i bastoni tra le ruote.
RECENSIONI
Il neozelandese Martin Campbell, attivo in Inghilterra (tre pellicole per il cinema e molta televisione), sbarca a Hollywood (in realtà girando in Canada) sorprendendo per il talento con cui gira e monta le scene di tensione: inquadrature, tempi e atmosfere perfette. Tutto il film è un’ininterrotta tensione emotiva con il dono della sobrietà, di chi cioè non ha bisogno di effettismi a vario titolo per creare un thriller efficace (Hitchcock insegna) ma conosce alla perfezione l’arte cinematografica e le figure retoriche. L’oggetto della sceneggiatura non è del tutto originale ma coadiuva il regista nell’approfondire l’analisi di uno strano, complicato rapporto fra avvocato e cliente, rendendolo coinvolgente e di forte spessore. Due caratteri insoliti difficili da dimenticare (Kevin Bacon superlativo) e un bellissimo finale “introspettivo”. Un film di messinscena, dove ogni sequenza è sagacemente calibrata mentre, nell’insieme, si amalgamano alla perfezione noir, dramma giudiziario e thriller ai confini con l’horror.
