TRAMA
Il giovane Ricky, appena uscito dall’ospedale psichiatrico, sequestra la pornodiva Marina: vuole che la donna abbia modo di conoscerlo e d’innamorarsi.
RECENSIONI
Bondage, violenza, sindrome di Stoccolma: questa la superficie del film di Almodóvar, in realtà uno dei suoi più teneri e melanconici. L'immagine sacr(ileg)a in apertura non è provocazione ma sereno prologo di una storia d'amore fatta di passione e (nuova) purezza virginale, corteggiamento insolito ma non troppo (nell'ultima scena Ricky è ufficialmente 'accettato' dalla futura cognata), fiaba à la Bella e la Bestia (il film nel film) di somma eleganza formale (il gioco combinatorio di rosso e celeste, in cui si riflettono l'icona della prima inquadratura e i feroci inseguimenti uomo/donna) e pari felicità d'invenzioni (la visita alla dottoressa, la metropolitana dell'esistenza, la straziante Pietà allo specchio che guida alla moltiplicata scena d'amore). Il percorso dei protagonisti si riverbera in quello dei personaggi di fianco (la complicità ormai svanita fra l'anziano regista ossessionato dalla sua musa e la silenziosa, ostinata consorte, la giornalista che ritrova quel mostro del suo ex): è negli episodi secondari che il film si smarrisce, concedendo troppo spazio a una (nientaffatto sgradevole) maniera. Cast meravigliosamente scelto e in stato di grazia.
