TRAMA
Sei scuole di arti marziali contro la Setta del Male: il bersaglio è la spada del potere, il nemico comune è il governo che manovra di nascosto per mettere gli uni contro gli altri.
RECENSIONI
Prologo: la Leggenda. Spade d'oro del potere, epici maestri di varie scuole di kung-fu, Romeo e Giulietta che si suicidano di fronte al figlio che sogna vendetta ma trova l'impotenza da un incantesimo malefico. Jing Wong, fra eleganti dolly e scene di massa da kolossal, ci immerge subito in un "altrove" dove l'onore, l'eroismo, la pace e l'amore combattono sin dall'alba dei tempi contro la menzogna, la violenza, l'ambizione, la vigliaccheria. Il crescendo di "conoscenza" delle arti marziali da parte di Jet Li è un perfezionamento avvolgente, seducente, magnifico dell'intera pellicola che incanta nelle trovate pittoresche (il maestro legato al masso, le battaglie campali con coreografie di colori, le trappole a suon di scudi volanti e finte sabbie mobili), meraviglia nei vari "balletti" a mezz'aria ideati da Sammo Hung, fa sorridere negli intermezzi con commedia piccante, dove l'Eletta (deliziosa) e la Tentatrice (la figlia dell'Imperatore, talmente infida da essere sexy) si contendono l'eroe con l'energia solare (e non è Daitarn 3). Non manca all'appello l'umorismo (a sfondo sessuale, per lo più), fra erezioni inattese, verginità obbligate, monaci violentatori e spogliarelli guidati (quando Jet Li si benda e denuda la principessa…). Talmente generoso, bizzarro, sublime da meritarsi il perdono di un finale tronco che rimanda ad una seconda parte (La Leggenda del Drago Rosso).
