TRAMA
La dentiera. A Tokyo, una ragazza venale s’accompagna ad un vecchio spilorcio e ricchissimo, fornito di dentiera da un milione di yen.
La collana di diamanti. Ad Amsterdam, una girovaga nullafacente vuole rubare una collana di diamanti e raggira un uomo sposato, incantato dalla sua bellezza.
Il foglio di via. A Napoli notificano il foglio di rimpatrio obbligatorio ad una prostituta, accusata di adescamento. Uno studente di legge cerca il cavillo legale per aiutarla.
La torre Eiffel. Una banda di truffatori professionisti si adopera per vendere la Torre Eiffel al gonzo tedesco.
RECENSIONI
Serie di episodi, con formula presa a prestito dalla commedia all’italiana, firmati da registi internazionali in una co-produzione con i paesi in cui sono girati: era previsto l’apporto anche di Jean-Luc Godard (Il Profeta Falsario, Le grand escroc, ambientato a Marrakech), ma il suo episodio alla fine non venne distribuito.
La dentiera (Les Cinq Bienfaiteurs de Fumiko) – di Hiromichi Horikawa con Mie Hama, Yatsuko Tan’ami. Apologo con i toni drammatici tipici della cultura giapponese: Hiromichi Horikawa è sapiente nel pennellare il marcio dei suoi protagonisti e sa trasmettere l’angoscia del suo “aneddoto”. Il migliore dei quattro episodi.
La collana di diamanti (La Rivière de diamants) di Roman Polanski, con Nicole Karen, Arnold Gelderman. Fatta la tara di una certa inverosimiglianza del racconto (vedi il finale, con la sceneggiatura di Gérard Brach in vena di gratuità antiborghese), il tocco di Roman Polanski è riconoscibilissimo: meravigliosi primi piani, estri figurativi, efficacia del sarcasmo tagliente con cui dipinge la protagonista falsa, viziata, venale e l’uomo olandese in cerca di una facile avventura. L’autore, nel campo del cortometraggio, ha dato spesso il meglio di sé, vedere le opere firmate prima dell’esordio (l’anno precedente) con Il Coltello nell’Acqua.
Il foglio di via (La Feuille de route) - di e con Ugo Gregoretti, con Gabriella Giorgelli, Giuseppe Mannajuolo. Il soggetto è intrigante ma, dopo una partenza promettente, lo svolgimento a seguire è insapore e c’è un calo di tono generalizzato: si potrebbe dire che Ugo Gregoretti chiude in barzelletta ciò che era iniziato come amara commedia all’italiana. Peccato.
La torre Eiffel (L'Homme qui vendit la Tour Eiffel) - di Claude Chabrol con Jean-Pierre Cassel, Catherine Deneuve, Francis Blanche. Racconto incredibile e sciocco, sprovvisto d’idee degne di menzione e con una poco riuscita tendenza di Claude Chabrol allo schizzo caricaturale dei personaggi, in un quadro narrativo velatamente demenziale (senza alcuna sagacia sottostante). Il peggiore dei quattro episodi.