LE PASSAGER

Anno Produzione2005

TRAMA

Thomas vive a Parigi con la moglie e il figlio appena nato. Quando viene chiamato a Marsiglia per riconoscere il cadavere del fratello Richard, che non vede da anni, Thomas si trova costretto a fare i conti con i ricordi rimossi, in un doloroso viaggio tra passato e presente.

RECENSIONI

Viaggio nel Tempo

La più bella sorpresa di Venezia 2005 arriva dal magnifico esordio di Eric Caravaca: l’attore, in un ruolo affine a quello che ricoprì in SON FRÈRE di Chereau (ancora una storia di torbida fratellanza), si inoltra sul sentiero della memoria con passo felpato per recuperare una verità sepolta. Il film è un ottimo esempio di scrittura in progress, che si crea da sola nel corso del suo stesso sviluppo: contro il becero spiegazionismo che oggi va per la maggiore il personaggio di Thomas, nel ritorno al luogo natio, si relaziona con figure a lui famigliari ma aliene allo spettatore, spesso queste non vengono presentate perché, senza troppi fronzoli, l’uomo già le conosce. Un film medio occidentale (e non solo) avrebbe inserito la solita stagnante voce fuori campo per passare in rassegna i relitti umani che abitano l’opera: qui no, qui l’aderenza alla realtà è totale e struggente, tanto che la successione degli eventi, intima nell’animo del protagonista, talvolta sfugge pienamente alla nostra comprensione (la donna del locale), riscopre episodi mantenendoli velati (cosa è successo al fratello? Quale la molla?), rinuncia ostinatamente a fornire spiegazioni. LE PASSAGER, oltre a quelli che scorrono sullo schermo, vanta come ulteriore protagonista il fantasma del fratello suicida che, intravisto appena in apertura, continua a muoversi sui personaggi e le loro azioni. Il lato spettacolare è al minimo: affidato principalmente al volto di Caravaca – se vogliamo proprio trovare un difetto al film forse è questo: il continuo insistere dell’attore su sé stesso, un vero pozzo di tristezza – la cinepresa riprende movimenti sottili, quasi stati d’animo, come in Dumont spesso non accade nulla ma, in virtù di un’accurata dialettica del quotidiano, questo nulla acquista significato in sè. Quando la drammatica storia si ricompone avviene senza un gemito, continuando crudelemente ad alludere e suggerire, secondo uno stile che lancia subito il talento cristallino dell’autore.