Commedia

LE MELE DI ADAMO

Titolo OriginaleAdams æbler
NazioneDanimarca
Anno Produzione2005
Genere
Durata94'
Musiche

TRAMA

Il pastore Ivan accoglie nella sua parrocchia gli ex-detenuti: il nuovo arrivato Adam è un neo-nazista fiero di esserlo. Ivan gli assegna il compito di curare l’albero di mele ma Adam inizia a capire che il prete è solo un folle che non vede la realtà e porge sempre l’altra guancia. Lo provoca.

RECENSIONI

 

In patria, Anders Thomas Jensen è una celebrità per lo stile inconfondibile in cui mescola dramma e commedia: i suoi script sono finiti anche nelle mani dei fautori del Dogma (Mifune - Dogma 3 e Il Re è Vivo) ma Jensen, come si può vedere, preferisce l’affabulazione totale, in questa sorta di favola biblica ribaltata dove il cinismo rappresenta la Fede come una malattia e la Ragione come retaggio della violenza bastarda di un neo-nazista. L’apologo del regista porta avanti la tesi che, fede o non fede, realtà o non-realtà, nel mondo c’è un equilibrio che è meglio non destabilizzare, pena la rovina dell’Eden. È bellissimo il modo in cui Jensen si fa carrettiere di allegorie e sottotesti mentre dipinge personaggi buffi ed eccentrici, sul filo del grottesco ma senza sbracare nel comico, lasciando sempre dietro la porta, palpabile, il dramma dell’uomo. Purtroppo il punto di svolta in cui il protagonista malvagio si converte (dietro segnali divini non così evidenti) non è tale da giustificare del tutto il suo cambiamento in docile agnellino e si ha la sensazione che Jensen, nella seconda parte, rinneghi tutte le enunciazioni precedenti ma, a livello di commedia ad incastri simbolici e a livello di personaggi (il dottore “franco”, l’arabo spara-tutto) funziona sempre alla grande, ricamato dalle spassose espressioni disgustate di Ulrich Thomsen. Jensen ha il coraggio di dipingere situazioni poco ortodosse per esprimere, anche, temi poco convenzionali: ha anche un talento non comune nell’inventare parabole morali con punte geniali d’inventiva (è sceneggiatore anche di Non Desiderare la Donna d'Altri di Susanne Bier).