TRAMA
Questa è la storia di un uomo che riceve una visita dal suo cancro. “Ciao” dice il cancro “Sono il tuo cancro. Credo che sarebbe una buona idea se ci conoscessimo un pochino…”
RECENSIONI
Blier, che torna sugli schermi dopo cinque anni di inattività e che, frequentando spesso il grottesco, non ha mai avuto timore di prendersi i suoi rischi, ha il merito di muoversi sempre a suo agio sopra le righe, con spudorato disincanto e non di rado, con finezza di scrittura. L'idea dei due cancri (che uno sembrava poco) che fanno visita, antropomorfi, ai loro rispettivi portatori, uno scrittore alcolizzato e la sua domestica, si sviluppa come quella più ampia del rapporto tormentato tra il protagonista maschile e la sua vita, il suo matrimonio fallito, il legame discontinuo col figlio, il rimpianto di un passato che non tarda ad arrivare in forma di flashback, e quello tra la protagonista femminile e il suo riposto sentimento per il padrone che trova, complice la morte imminente, la finale via del sesso. Il film, tutto ripiegato su uno statico gioco teatrale à la Molière (Blier è anche drammaturgo), risulta un verboso sghiribizzo dialettico che tra riflessioni argute e altre più trite, provocazioni più o meno spinte all'estremo (ci sta anche il rapporto sessuale tra l'attempata domestica e il figlio adolescente del tormentato scrittore), ha il tratto scomposto di altri film del regista, oscillante tra toni brillanti e qualche sprazzo riuscito e sortite di più mesto e studiato eccentrismo.
