TRAMA
1807: il galeone inglese del capitano Hornblower è diretto in Sud America per consegnare le armi ai ribelli in rivolta contro gli spagnoli, alleati della nemica Francia. Ma nel frattempo Inghilterra e Spagna stringono un’alleanza.
RECENSIONI
Roul Walsh è il Capitano Hornblower. Personaggio tutto d'un pezzo, rigoroso, di scarna incisività che esemplifica la scorza filmica dell'autore americano, maestro di un cinema in cui l'azione, nei suoi meccanismi scaltri e di limpido ritmo, stimola l'avventura nella sua essenza. Il viaggio rivendica la propria natura di esperienza esistenziale, di tensione verso un confine epico in cui la vita travalica il contesto e si immortala in un percorso astorico. Nella Lydia troviamo il simbolo di un sistema sociale 'perfetto' e autosufficiente, sereno nell'ospitare una gerarchia mai mossa dal che minimo fermento, perché diretta dalle esemplari virtù del suo Capitano. Sebbene la formalità dell'etichetta appartenga alla costruzione stessa dell'immaginario rappresentato, il potere è smussato da un'autorità umana e meritocrate, che fa da collante per l'intero equipaggio. Walsh presenta un collettivo la cui natura di avventuriero, di autosufficienza dei valori, dipende sì dal potere politico della Patria, ma allo stesso tempo se ne discosta nello spirito (Si noti come le scelte del protagonista decentrino il rispetto degli ordini esterni verso il continuo desiderio della sfida). Non per questo bisogna parlare di isolamento totale dalla realtà che inevitabile riaffiora al termine di ogni viaggio (la morte della moglie), ma si avverte subito dopo il contatto, la necessità di salpare ancora una volta, verso una dimensione a suo modo romantica nel mantenere in vita, nella sua piena condivisione, gli effimeri sogni (Lady Wellington promessa sposa a un superiore di Hornblower, e innamoratasi del Nostro, dichiara apertamente questa sensazione di unicità dell'esperienza: 'Non esiste altro mondo e il viaggio non finirà mai. [...] Sembra di navigare nel cielo [....]'). L'afflato è reso solido, concreto da uno stile pulito da ogni retorica e eccesso sentimentale, ma che non manca di finezza estetica (la matrice foto-scenografica è d'asciutta poetica). Alla spettacolarità dei combattimenti (a cui deve qualcosa Master and Commander) si affianca un chiaro uso simbolico del fuori-dentro la nave, in contrappunto con il ritratto di Hornblower (all' esterno, si affianca l'aspetto più intimo della sua personalità). Tratto da tre romanzi di Cecil Scott Forester.
La pellicola di Raoul Walsh si concentra molto sul disegno del capitano Hornblower creato dalla penna di C.S Forester che, collaborando alla sceneggiatura, fa in modo vengano rispettati gli accenti introspettivi della pagina scritta: un ufficiale compassionevole, tutto d’un pezzo, capace, saggio ma impacciato con le donne, ruolo ideale per i modi recitativi austeri di Gregory Peck. Poi gioca le proprie carte spettacolari sulle avventure belliche (battaglie con i galeoni degne di quelle di Michael Curtiz: la fregata Lydia è riciclata da L’Isola del Tesoro dell’anno prima) e comanda al cuore nella sottotraccia con contrastata storia d’amore. Tutto, probabilmente troppo, secondo copione del swashbluckler (filone con spadaccini: uno è lo “spagnolo” Christopher Lee): in set britannici, cioè, Walsh esegue egregiamente il tipico film hollywoodiano con elementi di commedia, qualche dramma, azione e un delineamento dei personaggi semplice, simpatico, ingenuo, con risvolti obbligati, innocui e rincuoranti. Se non rende del tutto giustizia all’eccitante saga dello scrittore, è perché condensa tre dei suoi romanzi, sacrificando dettagli necessari a distinguerla da altre, in un genere portato al successo da Erroll Flynn (che doveva essere il protagonista). D’altro canto, li concentra bene in un prodotto vivace e con una magnifica tavolozza di colori nella fotografia di Guy Green.