TRAMA
Parigi, durante la Prima Guerra Mondiale: il cavaliere del lavoro Landru, per mantenere la famiglia, seduce e uccide delle donne benestanti e sole.
RECENSIONI
L'irriverenza della scrittrice Françoise Sagan (sceneggiatrice) incontra la caustica antiborghese di Claude Chabrol: il loro Barbablù (o Monsieur Verdoux) in chiave di vaudeville dall'umore macabro, è il modello del perfetto padre di famiglia in affari che, pur di procurarsi il denaro, toglie letteralmente il sangue al prossimo, mette i familiari (e l'immancabile amante) in un libro paga, considera i rapporti umani alla stregua di transazioni commerciali. Ma non è l'unico mostro. Innanzi tutto c'è la guerra (che Chabrol richiama con documenti d'epoca), poi la morbosità di un pubblico assetato di scandalo, infine il trionfo di una Giustizia ingiusta, che condanna l'imputato (colpevole o meno che sia) anche senza prove, in preda agli umori popolari e politici, per distrarre l’opinione pubblica e favorire un processo di pace tortuoso. Landru, imperturbabile, si prende una rivincita mettendo in scacco le argomentazioni del tribunale con fine arguzia e sagace eloquenza e si porta nella tomba il segreto sulla propria innocenza/colpevolezza. È tanto peggiore delle donne sprovvedute che ha raggirato (essendo brutto) con fascino e modi galanti? Della moglie che s'acquieta solo quando riceve il denaro? Dell'accanimento d'una Nazione che fino a quel momento massacrava i propri giovani in trincea (la violenza del mostro è off: basta un fermo-immagine sul volto della vittima; quella della guerra no)? Non ha forse portato felicità nelle vite solitarie e tristi delle proprie vittime (gli uomini erano quasi tutti al fronte)? Il regista non difende e non disprezza il personaggio, ecco l'audacia; non è nemmeno interessato a calibrare verosimilmente la dinamica delle indagini, del meccanismo del dramma giudiziario, dello studio psicologico. Al limite, si concede qualche parentesi lirico-erotica (la descrizione del fiore). Per mezzo del "deviante" porta il proprio sguardo oltre il contingente, per riflettere sulla società moderna e la sua condotta. Particolare l'uso di colori vivaci (ma non rilassanti) come il giallo e l'azzurrino e delle scenografie espressive che, nella villa di campagna, cambiano al cambiare della vittima.