TRAMA
Un cacciatore di taglie trasporta un criminale inseguito da suo fratello. Lo affiancano una vedova e due fuorilegge che, con quel prigioniero, sperano nell’amnistia.
RECENSIONI
Il titolo italiano (l'albero della vendetta è quello degli impiccati) pone l'accento sul tema dell'odio che, come nel coevo (altro) western di Budd Boetticher, L'Oro della California, degenera nell'ingiusta intransigenza. Anche qui abbiamo una moglie del custode d'una stazione per carrozze e un eroe solitario, dal sangue freddo, che s'allontana appartato col suo dolore nel finale. "Ride lonesome", "cavalca da solo" è il titolo originale della pellicola, una frase che sottolinea una caratteristica di tutti gli eroi del regista e del suo fido interprete: un Randolph Scott dai modi bruschi e mosso dall'odio che si ravvedrà all'ultimo, scaldando il proprio cuore nei principi morali (ma il racconto nasconde da subito sia le reali intenzioni sia i suoi sentimenti: ambiguità voluta o recitazione atonica del protagonista?). La bionda e sexy Karen Steele non prova neanche per un attimo a legarlo a sé, per quanto è evidente che il suo destino affoghi nella malinconia del solingo. In una produzione a basso costo (pochi ambienti, tutti in esterni), lo sceneggiatore Burt Kennedy pennella buoni caratteri, gioca la carta psicologica, quella del sentimento e dei valori con una semplicità (che non vuol dire banalità) che sposa la linearità del racconto: l'esordiente James Coburn ha una buffa parte da tonto ed è insolita e ricca di calore umano la sua amicizia col compare. Boetticher si sbizzarrisce in "stand-off" di pistole giocate sulla tensione, i nervi a fior di pelle e i bluff, anche se l'incontro di armi in apertura è un poco inverosimile. Echi di Sentieri Selvaggi.