Drammatico, Processuale, Recensione

L’AGGUATO

Titolo OriginaleGhosts of Mississippi
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Durata123’

TRAMA

Delta del Mississippi, 1963: Medgar Evers, leader nero per i diritti civili, è ucciso da un razzista bianco che resta impunito. Venticinque anni dopo il caso si riapre.

RECENSIONI

Rob Reiner (insieme a Ron Howard) è uno dei pochi eclettici-accademici degni eredi del pregevole artigianato della Hollywood classica. A volte fa (addirittura) scuola (Harry ti Presento Sally, Stand by Me), in altre occasioni si dimostra scontato ed inetto (Sacco a Pelo a Tre Piazze, Genitori Cercasi): è in lista per il secondo gruppo questo Mississippi Burning che, come Il Presidente, ostenta le proprie convinzioni democratiche e, come Codice D'Onore, non può fare a meno di risolvere le questioni nella solita aula di tribunale, inchiodando il borioso "insabbiatore" di turno (James Woods con un grossolano personaggio imprudente e gigione) e facendo trionfare la Giustizia per dare una mano di bianco alla cattiva coscienza americana. Le ultime due pellicole citate erano sceneggiate dal valido Aaron Sorkin, la loro formula stereotipata era controbilanciata da dialoghi brillanti ed arguti, con gli interpreti che, di conseguenza, ci facevano una gran figura. Qui scrive un Lewis Colick che sciorina retorica e frasi fatte, si dilunga oltremodo in aspetti secondari (il rapporto del procuratore con i figli, con i suoceri) per poi concentrare in soli dieci secondi alcuni passaggi fondamentali (il caso viene finalmente riaperto, concedono l'estradizione, Alec Baldwin divorzia e si risposa). Per tre quarti del film le indagini di Baldwin si focalizzano su aspetti che, durante il processo, lasciano il posto a fantasmi che sbucano dal nulla (testimoni di cui non s'era fatta menzione alcuna). In un'opera tanto manierata e scombinata, Reiner spezza la "tensione" con parentesi buffe, lascia andare a buon fine qualche meccanismo emozionante, cita Presunto Innocente e, sotto sotto, dimostra un impegno civile sincero, aprendo e chiudendo il film con il discorso per i diritti civili di Kennedy. Meglio il coevo Il Momento di Uccidere.