TRAMA
[Film non uscito nelle sale italiane]_x000D_
Il risveglio dei sensi della dama lawenciana, sposa tiranneggiata dal marito paralitico che trova l’amore nei boschi…
RECENSIONI
Grande successo di critica in patria, ratificato dalla vittoria del César come miglior film, Lady Chatterley (et lhomme des bois) di Pascale Ferran sorprende per la pulizia formale quasi deoliveriana sommata ad unintensità insostenibile da melodramma classico.
La regista dilata i tempi, le attese, lavora sulle iterazioni (delle situazioni, delle inquadrature) e compie unimpresa che spinge a gridare al miracolo, ovvero rendere struggenti, strazianti e seducenti momenti pericolosamente a rischio, memori del precedente esercizio di erotismo da educande in libera uscita firmato Just Jaeckin: la scoperta del selvaggio guardacaccia che si rinfresca en plein air, la corsa edenica sotto la pioggia (da brividi lungo la schiena), la vestizione floreale della Lady. Al di là della capziosa questione della fedeltà al testo di Lawrence, la regista riesce a cogliere il senso intimo del racconto, rovesciando abilmente alcuni stereotipi (il buon selvaggio dalla forza bruta è in realtà ipersensibile e di una dolcezza disarmante), connettendo il risveglio sensuale, amoroso e politico della Chatterley al trascorrere ciclico ed inesorabile delle stagioni.
Un film magnificamente scritto (si pensi solo al dialogo finale, scritto in punta di penna) e visivamente anticalligrafico, di un realismo crudele circa la descrizione del menage amoroso le scene di sesso sono tra le più vere viste nel cinema degli ultimi anni , servito da un terzetto di attori perfetti: Marina Hands, capace di suggerire in pochi tratti il passaggio dalla fragilità nevrastenica al vitalismo sfrenato del suo personaggio, Jean-Louis Coulloch, dal fisico non esattamente adamitico e dalla straordinaria presenza scenica, Hippolyte Girardot, frustrato nobile gâté che spera in una modernità completamente asservita al rafforzamento di posizioni di potere già acquisite.