Noir, Recensione, Thriller

LA VENDETTA DI CARTER

Titolo OriginaleGet Carter
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2000
Durata100’

TRAMA

Da Las Vegas, dove fa l’esattore per un boss malavitoso, Jack Carter giunge a Seattle per i funerali del fratello e per scovarne gli assassini, convinto che non si sia trattato di un incidente.

RECENSIONI

Secondo rifacimento, dopo la blaxploitation di Hit Man (George Armitage, 1972), del magistrale Carter (1971) di Mike Hodges e del correlato romanzo “Jack’s return home” di Ted Lewis. Il finale si addolcisce nel moralismo, il protagonista, alla Stallone, è più sentimentale, introspettivo, unidimensionale e in cerca di redenzione, dove il Carter di Michael Caine era un gangster fiero d’esserlo, spietato, caustico. Si snatura, così, la ragion d’essere d’un racconto (che era) cupo, perverso, tutto poggiato sul suo antieroe in un mondo senza eroi. Il noir diventa thriller routinario, il pulp un apologo buonista, il fare affranto di Stallone sostituisce i modi da gran figlio di puttana di Caine. Peccato perché Stephen Kay, in L’Ultima Volta che mi sono Suicidato, trovava proprio i chiaroscuri, il tormento di un uomo che non sapeva decidersi fra vita normale e ribelle: gli bastava applicare, glielo avessero permesso, la stessa formula.