Drammatico, Storico

LA TERRA PROMESSA

Titolo OriginaleBastarden
NazioneDanimarca, Germania, Norvegia, Svezia
Anno Produzione2023
Durata127'
Tratto dadel romanzo Kaptajnen og Ann Barbara di Ida Jessen.
Fotografia
Scenografia
Musiche

TRAMA

1755, Regno di Danimarca, Jutland settentrionale. Congedato dall’esercito, il capitano Ludvig Kahlen è deciso a costruire una colonia nell’arida brughiera in nome del Re, per guadagnarsi il titolo nobiliare che da sempre è convinto di meritare. Tante le avversità che si frappongono al suo obiettivo, in primis il latifondista Frederik De Schinkel, convinto che quelle terre siano sue di diritto.

RECENSIONI

Nikolaj Arcel, dopo il passo falso di La torre nera, torna in Danimarca con un’altra storia ambientata nel XVIII secolo come Royal Affair, il titolo premiato a Berlino e candidato all’Oscar come migliore film straniero che lo ha reso celebre a livello internazionale. L’origine è letteraria, il romanzo "Kaptajnen og Ann Barbara” di Ida Jessen, e a trasporlo per il cinema è, insieme al regista, Anders Thomas Jensen, sceneggiatore volto al greve di molte delle opere di Susanne Bier. Protagonista un uomo di umili origini, il taciturno capitano Ludvig Kahlen, che si offre di creare una colonia in nome del Re nella desolata e desolante brughiera. L’obiettivo, inseguito con determinazione, è quello di elevarsi di rango affermandosi presso la corte danese. La strada sarà irta di ostacoli, ma più della natura, respingente e riottosa a ogni forma di addomesticamento, sarà come sempre l’uomo, con le sue infinite sfumature di nero, a creare problemi e difficoltà, dai crudeli briganti della zona al feroce sovrano locale, che farà di tutto per impedire a Ludvig di coronare il suo sogno, dando origine a uno scontro di personalità senza esclusione di colpi (per lo più bassi). Un conflitto che contrappone l’irrazionalità (del sovrano) al controllo (del protagonista) ed evidenzia due facce della stessa medaglia mostrando l’aridità di un’ambizione quando diventa ossessione.

Con un andamento da fiaba dark il regista combina generi differenti: western, melodramma storico, revenge movie, contaminando l’impasto con venature horror attraverso una ricercata, e gratuita, efferatezza. Punti di forza sono ambientazione e protagonista. La brughiera, nei campi lunghi con cui viene mostrata, con tonalità fredde e mirabile gusto pittorico, diventa una perfetta estensione della solitudine e della asperità caratteriali del protagonista. Dal canto suo Mads Mikkelsen è una perfetta maschera di durezza, volontà ed energia, con una prestanza fisica e un volto granitico che celano un animo pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi, ma anche aperto a improvvisi squarci di umanità. Più debole la caratterizzazione degli altri personaggi, a senso unico nel loro adattarsi a un racconto piegato all’effetto, con un surplus di affondi e scene madri, fino a un finale frammentario e dispersivo, anche un po’ balordo. La brutalità esibita contribuisce a tenere desta l’attenzione, ma limita anche l’epica di un racconto sofisticato dal punto di vista visivo ma piuttosto grezzo da quello narrativo. Sciapo il titolo italiano, incapace di fissarsi nella memoria, decisamente più d’impatto l’originale Bastarden.