TRAMA
Un cassiere che si diletta anche nella pittura, si innamora perdutamente di una donna…
RECENSIONI
Ancora la pittura, la macchia, il peccato per giungere a una (possibile?) espiazione finale. Fritz Lang, dopo The Woman in the Window, si concentra di nuovo sul tema del sogno - questa volta non manifesto - che si rende incubo (senza speranza) sin dalle prime sequenze del film: il destino di Christopher Cross trascende l'ottimismo per tramutarsi in tenebra in cui non c'è spazio per l'innocenza a discapito del desiderio beffardo per i beni materiali. Lang ambienta il suo film in uno scenario notturno urbano - ma soprattutto industriale - dove accentua il gusto espressionista nelle inquadrature, mostrando in maniera completamente distaccata il nero sul nero, le ombre che si stagliano sui muri e il male - dalle fattezze femminili - che si trasforma in desiderio ostinato. Kitty brama il denaro e Christopher invece l'amore. È la legge del desiderio a vincere sulle loro esistenze così tremendamente legate insieme dalle trame fitte di una ragnatela, così inseparabili perché entrambe implacabili, entrambe annebbiate da un'ossessione senza rimedio. Lang ci insegna che alla colpa corrisponde una punizione; La follia venale e il desiderio amoroso compulsivo costerà a due personaggi la morte e al terzo - Cross - una vita tormentata dai ricordi, dal passato e dalla solitudine.