TRAMA
Un “mangiatore di peccati” toglie la vita al capo dell’Ordine di Carolingi e il giovane prete Alex Bernier, con l’aiuto del collega parigino Thomas Garrett, giunge a Roma per indagare, portandosi dietro una ragazza con disturbi mentali innamorata di lui. Scopre che il mangia-peccati dà l’assoluzione ai morenti dove la Chiesa la rifiuta.
RECENSIONI
Dopo l’indifendibile Il Destino di un Cavaliere (da cui riprende molti interpreti), Brian Helgeland (anche sceneggiatore e produttore) si riscatta con un film davvero intrigante, per quanto lo si possa facilmente inserire nel solito filone horror di matrice cattolica inaugurato da L’Esorcista. Paradossalmente, è anche la sua opera che ha avuto meno eco (peccato: il personaggio del mangia-peccati meriterebbe una saga). Certo, mentre l’Helgeland sceneggiatore pensa in grande, l’Helgeland regista arriva dove può: il genere horror lo ha tenuto a battesimo come scrittore e viene omaggiato guardando a William Friedkin per atmosfere adulte e soprannaturale cristiano, ma le doti non sono acqua. Dove Friedkin era magistrale nelle evocazioni malefiche fatte di puro cinema, a Helgeland manca la cura del dettaglio, della rifinitura che renda credibile ogni punto di svolta: non sono pochi i passaggi dove i protagonisti agiscono senza la dovuta maturazione psicologica o dove la narrazione non si concede la dovuta annotazione. Il regista raggiunge comunque l’effetto desiderato attraverso una sequela di buone idee ed eventi eccezionali, permettendo a questa sorta di Highlander satanico di appagare comunque nella sua originalità. Pronta per il 2002, l’opera ha richiesto una travagliata post-produzione per gli effetti speciali, in prima battuta più poveri e ridicoli.
