
TRAMA
Una maestra elementare investe un anziano: lo accudisce a casa propria e lo trova morto in una stanza a lei ignota della cantina, con un misterioso pozzo. Faceva parte della setta satanica dei Senza Volto vista nel prologo? Cosa vogliono da lei?
RECENSIONI
Alla terza prova da regista, ancora con l’aiuto di Dario Argento (produttore e sceneggiatore), Michele Soavi esibisce il proprio talento visionario e surreale, finanche simpaticamente grottesco (la soggettiva del coniglio assassino che pare cambiare i canali in Tv dove lo stesso Soavi, nei panni di un mago, lo fa apparire dal nulla), mentre cita i suoi maestri (i nomi dei personaggi rimandano a Hitchcock, Romero, Moebius…), in una trama che vive dell’accumulo di dettagli misteriosi, incastrando bene gli accadimenti (anche con soluzioni di montaggio preziosistiche), sorprendendo, facendo paura, disseminando scene macabre e incubali. Peccato che, pian piano, fra sette demoniache e case infestate, si capisce dove si vuole andare a parare (Rosemary’s Baby) e tutto si impoverisce.
