TRAMA
Cecoslovacchia, al confine con la Germania: Valachev e Knowles, comandanti delle truppe sovietiche e statunitensi, si provocano, rischiando di scatenare un nuovo conflitto mondiale. Una volta sollevati dall’incarico, i due colonnelli si affrontano da soli, a mani nude.
RECENSIONI
Parabola antimilitarista rappresentativa della tensione/distensione da Guerra Fredda, consonamente stagliata in scenari ghiacciati: due eroi militari, nostalgici dell’azione e incapaci di sopportare l’inattività, si affrontano in un emozionante crescendo con superba chiusura simbolica, entrambi reduci di guerre perse, con il conflitto e il rammarico nel sangue come una droga. Grazie al romanzo di Stephen Peters, anche sceneggiatore con Kenneth Ross, John Frankenheimer torna ai risultati e tempi de Il Treno (anche se l’opera ricorda maggiormente Duello nel Pacifico o L’Uomo che Venne dal Nord), con un convincente delineamento psicologico, una tensione magistrale, un innesto di dettagli e scene inusitate, il riuscito connubio fra azione esaltante e allegoria di un nefasto processo che, dalla provocazione, porta alla distruzione. Il sodalizio con Roy Scheider (52 Gioca o Muori) funziona: regista e attore danno corpo ad un personaggio in bilico fra tenacia del valoroso (encomio) e stoltezza dell’immaturo (critica). Il titolo prende le mosse da una risposta di Albert Einstein al quesito su quali armi erano potenzialmente utilizzabili nella Terza Guerra Mondiale: “Non lo so, ma posso dirvi che nella quarta useranno le pietre”.
