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TRAMA
Una giovane coppia francese arriva in Cambogia per adottare un bambino. Sarà un’impresa.
RECENSIONI
Partendo da un libro scritto dalla figlia Tiffany con Dominique Sampiero, Tavernier mette in scena lodissea di Pierre e Géraldine, decisi (soprattutto lei, almeno allinizio) a (in)seguire il miraggio di unadozione internazionale: lungo la loro via crucis, analoghi pellegrinaggi della speranza frustrata, svariati livelli dincompetenza e corruzione amministrativa, parecchie tracce del traumatico passato prossimo cambogiano. Largomento è avvincente, gli interpreti ottimi (ma il doppiaggio cassa ogni sfumatura, induce gli occidentali a rinunciare ai rispettivi accenti si può solo intuire, ad esempio, il contrasto fra la coppia italiana Marco/Sandrine e gli altri francesi ospiti dellalbergo e fa parlare i locali come tanti cugini di Charlie Chan), la regia sobria e capace di buone intuizioni (il rapido prologo, lallestimento della cameretta che fa da contrappunto alla ricerca del bimbo, le confidenze audio che, da diario un po svenevole, si fanno decisiva arma contrattuale). Nonostante tutto, però, il film non convince fino in fondo, avvilito da dialoghi spesso ai limiti del fumettone (in Cambogia sorridiamo tutti, ma abbiamo il cuore in pezzi), tanti, troppi caratteri sopra le righe che non sanno uscire dalla macchietta, scenate psicologiche che rasentano lo stridulo (e linutilmente esplicativo: i tormenti di Géraldine), sporadici quadri di pubblicitaria eleganza (la doccia della famigliola appena formata) che stridono con lessenzialità brutale, ancorché tinta di tenerezza e umorismo, del disegno generale. Unoccasione (in parte) perduta.