Recensione, Western

LA NOTTE DELL’AGGUATO

Titolo OriginaleThe stalking moon
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1969
Genere
Durata111’

TRAMA

Sam Verner, guida dell’esercito, accetta di scortare una donna bianca e suo figlio, avuto da un capo indiano che l’ha tenuta prigioniera per dieci anni. Quel temibile guerriero apache è alle loro costole.

RECENSIONI

Primo ed unico western di Robert Mulligan, e non una delle sue opere migliori: le motivazioni ad agire dei personaggi non sono ben risolte, latita anche una certa “pulizia” logica. La sceneggiatura di Alvin Sargent, che prende le mosse da un adattamento di Wendell Mayes e dal romanzo di T. V. Olsen, pare raccontare una costola di Cavalcarono Insieme di John Ford (la bianca inseguita dal marito indiano). Come ci si poteva aspettare dal regista, non è certo una pellicola d’azione, evita violenza ed eccessi, preferisce l’anomalia di certi dettagli (un buon lavoro, di immagini e particolari del racconto, per restituire la vastità degli spazi da attraversare, dall’Arizona al New Mexico) e il taglio psicologico, ma quest’ultimo passa il vaglio con “onore” solo riguardo al personaggio di Gregory Peck, risultando per il resto abbastanza pesante nell’accennare per segni e non sviscerare (il trauma della donna, quello del figlio conteso da due razze e interpretato da un vero nativo americano). Grandi cose ci si aspettava, infine, dall’annunciato duello finale: ambientato nel ranch dell’eroe protagonista, beneficia più della location che della messinscena, capace di creare tensione ma non di consegnare una scena decente (problema di montaggio e di come sono organizzati i punti di inquadratura), complice un antagonista che, nel rivelarsi, rovina l’aura terribile che il film gli aveva costruito addosso. Un prodotto di tutto rispetto (per le intenzioni, per certi risultati), non del tutto riuscito, soprattutto se posto a confronto con Il Buio Oltre la Siepe, altra prova di Peck per il team produttivo Mulligan-Alan J. Pakula.