Fantastico, Recensione

LA MUMMIA – LA TOMBA DELL’IMPERATORE DRAGONE

Titolo OriginaleThe mummy: tomb of the Dragon Emperor
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2008
Durata112’

TRAMA

1946: un gruppo paramilitare cinese risveglia l’imperatore dragone e il suo esercito di terracotta. La famiglia O’Connell prova a contrastarlo.

RECENSIONI

Triplo smacco per George Lucas e Steven Spielberg: lo stesso anno del deludente Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo (che mette in campo le medesime dinamiche padre/figlio), esce il terzo capitolo di un suo fortunato epigono, con idee da vendere e perfetto equilibrio fra spettacolarità, commedia, avventura e meraviglia. Una saga che migliora ad ogni capitolo: incomprensibile il motivo per cui Rachel Weisz non abbia accettato di girarlo (sostituita da Maria Bello) dopo aver letto la sceneggiatura. Buona anche la qualità iconografica: particolarmente efficace il lavoro dello scenografo e dei tecnici degli effetti speciali che, per l’epica battaglia finale, usano lo stesso software, il Massive, di Troy e Il Signore degli Anelli. Un cambio fra gli sceneggiatori (subentrano Alfred Gough e Miles Millar di Pallottole Cinesi) è propedeutico a tralasciare le mummie egiziane per dedicarsi a qualsivoglia morto resuscitato, spostando l’azione in Cina con, come Musa, l’esercito di terracotta messo a guardia della Tomba di Qin Shi Huang. Rob Cohen si riscatta da troppe opere da videogioco insulse: la sua mania per il montaggio veloce qui funziona perché, senza togliere respiro al racconto (ma la parte finale si risolve troppo in fretta), valorizza le molte invenzioni senza adagiarsi mai su nessuna. Ed è curioso che le sue opere migliori ruotino sempre sul dragon(e) (Dragon: la Storia di Bruce Lee, Dragonheart).