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TRAMA
Tradimenti, bugie, omissioni, misteri ed efferatezze riempiono la quotidianità di una famiglia allargata i cui componenti cercano senza bussola la felicità.
RECENSIONI
La mosquitera è la zanzariera, un oggetto comune, semplice, proprio come gli individui presentati nel film. Il senso di colpa striscia trasversalmente da un vita allaltra, da un passato allaltro, gli scheletri nellarmadio si ripresentano incessantemente nellesistenza di esseri umani senza speranza, che giorno dopo giorno cercano autoinganni futili per chiudere gli occhi di fronte alla vuotezza della vita.
Questo è La mosquitera di Agustì Vila, un film dal registro tremendamente coerente, che racconta una storia spiazzante per intelligenza e orrore. Dietro la quotidianità della vita di famiglie apparentemente civili e benestanti si nasconde il mostro di uninsoddisfazione cosmica che fa emergere efferatezze domestiche mai rivelate, che solo la macchina da presa del regista spagnolo può mostrare - o non mostrare, grazie ad un sapiente uso del fuori campo e dellellissi. Lo fa con un stile estremamente rigoroso che predilige la macchina fissa, il campo medio e il long take che immergono lo spettatore allinterno di appartamenti vuoti anche se pieni di persone.
La staticità di una felicità sempre e comunque illusoria è raccontata con unironia amarissima, quasi fosse un Solondz di Spagna, che spinge lo spettatore a ridere anche sullorrore senza soluzione di continuità. Un sorriso amaro, sgembo, non allineato, che nasconde un oscuro malessere che s'insinua progressivamente fino a trasformare il sorriso in smorfia.