TRAMA
Cagliostro sottrae il “mostro” a Frankenstein: vuole creare una donna perfetta ed una nuova stirpe. La figlia del professore, un medico e un ispettore indagano
RECENSIONI
Jesús Franco riesce a volgere l'approccio rudimentale in fascino di uno stile alieno: nel reiterare ossessivamente primissimi piani, inquadrature claustrofobiche e dal basso, gli amati dettagli sugli occhi allucinati, zoom e movimenti bruschi della macchina da presa, dà vita ad una scrittura personale, nel cui calderone non guastano nemmeno (involontarie) non - messe a fuoco. Al solito pesca a piene mani nell'immaginario horror standard ma lo fa sopperendo alla qualità con la quantità: ad un mostro di Frankenstein "argentato" affianca il diabolico Cagliostro, una setta malefica, una zingara Esmeralda (l’amata Lina Romay, non presente nella versione francese che contiene più nudi femminili), un Caronte e la figura notevole della sanguinaria Melissa, divinatrice cieca per metà rapace, per metà donna e mangiatrice di uomini. Il tutto condito con l'amato eros di donne seducenti, la violenza sadica/sadomaso (immancabile le frustate…) e perversioni varie. Non mancano passaggi illogici, dialoghi spenti, il ridicolo (il dottor Frankenstein risvegliato più volte, l’acido solforico che lo smembra in un decimo d secondo), le solite lungaggini (Melissa che si ripete nel prologo all’unione dei due mostri) rispetto ad un finale frettoloso, ma è finalmente palpabile l'esoterismo iconografico d'un regista che ha sempre cercato di filmare l'atmosfera del terrore più che l'orrore in sé: riprese all'imbrunire, selve oscure percorse dai seguaci di "Pantos" con le toghe bianche, macchina da presa caotica in modo delirante. Per non parlare del commento sonoro allucinato (opera sua, dietro pseudonimo). Ancora la figura d'un uomo malvagio che ha il controllo su degli "zombi" e vuole creare una nuova razza, ancora scorci di spiagge e femmine/segugio che "dominano" mostruosi energumeni maschili. Il miglior Franco, eccessivo, da cult.
