Hammer, Horror, Recensione

LA MALEDIZIONE DEI FRANKENSTEIN

Titolo OriginaleFrankenstein created woman
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1967
Genere
Durata86'

TRAMA

L’aiutante del Barone di Frankenstein viene ingiustamente accusato d’omicidio e ghigliottinato. Saputolo, la sua ragazza sfigurata si uccide.

RECENSIONI

In apertura, un condannato alla ghigliottina è sprezzante della morte ma si pietrifica alla visione del figlio: è una scena potente, speculare ad un'esecuzione successiva e chiave di lettura per comprendere a pieno i risultati finali degli esperimenti del Barone, uno scienziato sulla scia di Dio (il titolo originale richiama "E Dio creò la donna") che sconfigge la morte ma dimentica di fare i conti con i sentimenti e le ansie umane (Chi sono? Da dove vengo?). Nel terzo dei cinque "Frankenstein" girati da Terence Fisher, il Barone di Peter Cushing torna dalla morte, s'interroga sui suoi misteri, scopre il segreto per imprigionare un'anima e cambia il corso alla tragedia di Giulietta e Romeo, unendo i due amanti (protagonisti di un racconto romantico e tragico) in un solo corpo e con un unico…spirito di vendetta. Una trama delirante (La Moglie di Frankenstein secondo la "Hammer") ad opera dello sceneggiatore John Elder (alias Anthony Hinds): il mostro classico di Frankenstein non c'è più, sostituito da una ragazza con il volto sfigurato e da una bella dea della vendetta. Ma deformi ed inumani sono, in realtà, l'ottusità ed il pregiudizio dei comuni mortali, la meschinità dei rampolli della classe alta, la crudeltà di chi schernisce le menomazioni fisiche. La paura, allora, diventa quella della coscienza (sporca) perseguitata dai fantasmi. Un vero gioiello sfornato dalla nota casa di produzione inglese, girato sotto cieli gialli o oscurati dalla silhouette della ghigliottina, che incombe come una spada di Damocle sulla testa del (della) protagonista.