TRAMA
Nella foresta di Cecebre le talpe vengono rapite da un cacciatore per essere trasformate in una pelliccia per la moglie. La talpa Furi, segretamente innamorata di Linda, e’ l’unica che puo’ fare qualche cosa per salvare gli amici da un tragico destino e coronare il suo sogno d’amore.
RECENSIONI
La tecnologia e il mondo di "A bug's life" e una storia vicina a "La carica dei 101". Anche la Spagna si cimenta con il mondo virtuale e realizza il primo lungometraggio interamente in 3D, dedicato soprattutto ai bambini. La protagonista è una piccola talpa innamorata che deve liberare futura fidanzata e amici dalle grinfie di una donna crudele e arrogante che vuole trasformarli in pelliccia. Se alcune trovate sono davvero simpatiche e il risultato visivo non ha nulla da invidiare ai più blasonati esempi d'oltreoceano, "La foresta magica" stimola però una considerazione: perché riciclare anziché inventare? Sembra che il fine sia quello di dimostrare una capacità tecnologica alla pari di quella americana, con personaggi e situazioni che pescano a piene mani da un immaginario che riserva ormai ben poche sorprese. Colpa soprattutto di una sceneggiatura che non osa e si limita a riproporre tipologie di personaggi ormai divenuti luoghi comuni: il perdente in cerca di redenzione, un certo maschilismo di fondo riscontrabile sia negli animali (è l'uomo che deve liberare la donna) che negli umani (l'uomo sempliciotto vittima della donna cattiva e volitiva), la solidarietà tra razze diverse, la canzoncina mielosa a suggellare l'amore.
Tutto già visto e ormai ampiamente digerito, sia dalla Walt Disney che dalla Dreamwoks, che sono riusciti a trovare, non sempre a percorrere (vedi la banalita' di "Spirit"), strade nuove per conciliare il divertimento con la tecnica. Sembra davvero che l'Europa per arrivare al successo debba dimostrare di saper fare ciò in cui gli americani sono leader già da tempo. Succede in Spagna ma, ad esempio, anche in Francia: l'anno scorso la "grandeur" è incappata in due pasticci ("Belfagor" e "Il patto dei lupi") tutti giocati sul glamour, i gratuiti effetti speciali e la ricchezza visiva, ma privi di qualsiasi interesse.
Domanda generica: è necessario adattarsi a quella che si suppone una logica di mercato o può essere più produttivo, e non necessariamente fallimentare, raccontare storie interessanti, che facciano sognare senza dover per forza azzerare il senso critico?
Domanda specifica: perché tutte le talpe si fanno in quattro per salvare la protagonista e quando muore uno dei loro compagni non battono ciglio?
