TRAMA
I membri della famiglia Goodfellow sono mediamente in crisi: sarà la nuova governante, Grace Hawkins, a risolvere i loro problemi… a modo suo.
RECENSIONI
La primavera ci reca in dote la pellicola del carneade Johnson, preclaro esempio di come sia possibile buttare alle ortiche un ottimo cast e un'ideuzza carina, sebbene poco originale. Il prologo hitchcockiano (l'esatto contrario del thriller canonicamente inteso: un idillio in cui il sole bacia una pozza di sangue scarlatto) introduce una sarabanda agreste che ammicca a Capra e non dimentica Greenaway (la complicità intergenerazionale), dandosi un tono da solida commedia british prontamente smentito dalla prevedibilità della sceneggiatura e dalla latitanza della regia. Tolta una scena (quella della seduzione biblica, in cui il film trova come per miracolo il giusto equilibrio di elementi grotteschi e sentimentali), non resta molto: si apprezzano le smorfie di Atkinson, la classe deliziosamente sgualcita di Scott Thomas e l'autoironia di Swayze, mentre la regale Maggie Smith è decisamente troppa Grazia [1] per un personaggio così scialbo.
[1] Complimenti ai curatori del doppiaggio italiano, che hanno pensato bene di tradurre il nome della protagonista per rendere comprensibile il giochino di parole (Grace = Grazia divina) anche allo spettatore in ultima fila che si è appisolato a luci appena spente.
