Drammatico, Recensione

LA DIVINA COMMEDIA

Titolo OriginaleA Divina Comédia
NazionePortogallo
Anno Produzione1991
Durata140’

TRAMA

In un manicomio, una coppia crede di essere Adamo ed Eva, un’altra i protagonisti di “Delitto e Castigo”. Ci sono anche il Messia e un filosofo in diatriba continua con un religioso.

RECENSIONI

Microcosmo umano all'interno di un manicomio: gli uomini sono folli, forse perché credono in Dio, forse perché la sua assenza li getta nella disperazione. Un'altra rappresentazione (il ciak in campo nel finale) sacro/profana per Manoel De Oliveira (dopo, ad esempio, Atto di Primavera), tesa a disquisire sull'esistenza o meno di Dio, rifacendosi tanto alla Bibbia quanto a Dostoevskij, citando anche José Regio e Nietzsche. Buffo il siparietto sulla coppia d'Adamo ed Eva, poco intrigante il dibattito fra il filosofo scettico e il profeta credente, appassionante la lettura del poema da parte di Ivan Karamazov, meno riuscito l'innesto da Delitto e Castigo: Maria De Medeiros è bravissima, ma il testo poteva essere accorciato e reso più inerente all'argomento trattato. Il cinema di De Oliveira arriva ad essere ipnotico nella sinergia di calibrati tempi esoterici e argomentazioni intriganti. Basta un vuoto, una pausa morta di troppo e il tutto rischia di diventare spossante. L'autore, mentre dirige queste specie di "psicodrammi", pare restare neutrale nella contrapposizione fra la religione dell'uomo e quella di Dio, salvo poi parteggiare per la fede quando la associa all'amore per la vita, mentre il silenzio divino può portare al suicidio: la Chiesa ha delle colpe, ma non sono disgiunte dal desiderio dell'essere umano di non volere la libertà di coscienza, perché preferisce demandare ad altri la stesura di regole rigide che ne guidino il comportamento. Il lieto fine può essere solo un bacio "universale", perché siamo "uno", ma anche la terapia della musica solleva dalle sofferenze.