TRAMA
Milano: i quindicenni Andrea e Jeanine s’innamorano ma, all’appuntamento di Capodanno, lei non si presenta.
RECENSIONI
"Una storia vera che potrebbe essere una fiaba" (recitano i titoli) e si trasforma in una delicata e profonda dissertazione sugli amori giovanili, più ideali che concreti, vive fiammate (cotte) passeggere che sostituiscono il partner con il sogno. La semplicità con cui Ermanno Olmi scruta i volti degli interpreti e guida i loro sguardi, garantisce una disarmante freschezza d'approccio e (ma) non preclude alla dimensione umana di venir fuori in tutta la sua intensità: Andrea è un personaggio peculiare, un ragazzo sveglio, intraprendente, e trova sul proprio cammino una donna che, scrutandolo in modo incantevole (tra stupore e attrazione), ne ridimensiona la presunta maturità romantica nei limiti di un'adolescenza che nuota ancora nella fantasia. In questo senso è magistrale l'espediente stilistico dei flashback che si confondono con l'immaginazione. Un mediometraggio girato per la televisione che è, anche e indirettamente, sociologico: ecco la nuova gioventù del benessere, delle tecnologie (lo stereo, la cinepresa), che pretende d'applicare il criterio d'efficienza industriale agli amori. Unito a La Regina e Il Ragazzo di Gigliola, sempre di Olmi, è stato distribuito in sala nel 1967 con il titolo Racconti di Giovani Amori. L’autore aveva già descritto magnificamente una cotta fra due giovani nel precedente Il Posto.