
TRAMA
Il problema con Harry e’ che e’ morto, che probabilmente e’ stato assassinato, che per almeno tre persone dalla coscienza sporca il suo cadavere è un oggetto davvero ingombrante…
RECENSIONI
Alfred Hitchcock ambienta il suo film americano più inglese (nello spirito, nei toni, nella confezione) in un Vermont di rosso e oro autunnali, fotografato, in un tripudio pittorico, da Robert Burks: le pedine di un gioco equivoco tentano di risolvere l'enigma della morte di un uomo misterioso. Ma quando il senso di colpa è più forte del candore, quando diventa un morbo che contagia una piccola comunità, accade che tutti gli innocenti si sentano colpevoli e agiscano per coprire le proprie e le altrui spalle. Con i toni leggeri e ironici della black comedy, concedendosi lievi ricami surreali (la porta che si apre, il bimbo che parla al contrario), il regista denuda la sua vena ironica e dissacrante e fa del cadavere (sotterrato, dissotterrato, ancora riesumato, lavato, ridisposto nell'originale luogo del primo ritrovamento) un fantoccio, il pretesto per dipingere la rete di rapporti che lega una galleria di personaggi. La congiura degli innocenti segna la prima collaborazione con il musicista Bernard Hermann che va di fagotto, prima di usare gli archi più imitati e citati della storia del cinema, sfodera una deliziosa Shrley Mc Laine al suo debutto sullo schermo, un sornione John Forsythe (lo ritroveremo in Topaz) e una cricca di formidabili caratteristi. Un meccanismo perfetto. Tutt'altro che un'opera minore.
