TRAMA
John Patterson ritorna nella natia Phenix city e la trova come sempre, oppressa dalla criminalità e dalle malversazioni, convince il padre a candidarsi come giudice ma toccherà a lui in prima persona riportare la legalità quando tutti sono morti.
RECENSIONI
Phenix City, la città del vizio, è un curioso crime film di grande modernità. Nel 1955 il noir era un genere declinante, salvo pochi esempi i prodotti che trattavano d malavita erano regolati ferreamente da regole di mercato (e moralità), Phil Karlson con gli sceneggiatori Crane Wilbur e Daniel Mainwaring si dedica alla vera vicenda di una città gestita dal crimine. Il quarto d'ora in apertura (imperdibile) è occupato da interviste alle persone che avevano vissuto gli eventi, a seguire le tecniche usate nelle bische per truffare gli avventori. Dadi truccati, mazzi di carte manomessi, slot machines. Le attività sembrano andare a gonfie vele finché, in seguito al pestaggio di nu gruppo di anziani oppositori, John Patterson convince finalmente il padre a tentare la svolta. Rhett Tanner, il boss locale, non disposto a cedere avvia la spirale di violenza Jon aveva protetto un inserviente nero, ora la figlioletta di questa viene gettata da un'auto in corsa nel giardino del giudice, questo viene ucciso prima delle elezioni, la popolazione infine insorge chiedendo l'aiuto della guardia nazionale per permettere lo svolgimento delle votazioni. Il taglio gelido e documentaristico, con tecniche d'inchiesta, conferisce ulteriore violenza a Phenix City, ben più di una storia di crimini e criminali ma una ricerca di realismo che non lascia indifferenti, non solo per la violenza (in quanti altri film del periodo si vedono sanguinare le ferite di pallottola?) ma pure per uno sguardo (il personaggio dell'inserviente) politico innovativo di cui forse sarà memore il Romero della Notte dei Morti Viventi.