Grottesco, Recensione

LA CARNE

NazioneItalia
Anno Produzione1991
Genere
Durata95'

TRAMA

Un musicista divorziato incontra, in discoteca, una donna e la invita in un villino appartato. Dopo vari congressi carnali lei lo immobilizza e…

RECENSIONI

Per Marco Ferreri Francesca Dellera è la perfetta incarnazione della donna di plastica del moderno (più bambola gonfiabile che attrice), dove non si fa l'amore ma un sesso meccanico e alienante, affamato di carne (cannibale) più che di sentimento. Il grande autore nostrano, sempre bizzarro e provocatorio (eterno ritorno dei suoi temi preferiti: l'anticlericalismo, il binomio cibo-sesso, la crisi della coppia e del maschio, l'amore estremo), non sempre riesce a fermare su pellicola i suoi voli all’apparenza pindarici ed estrosi, in realtà ricchi di riferimenti precisi e geometriche simbologie. Siamo lontani dai risultati raggiunti in La Grande AbbuffataL'Ultima Donna e Come sono Buoni i Bianchi. Ferreri non riesce a scongiurare il pericolo del grottesco che si fa oltremodo ridicolo e mancano all’appello gli ingredienti e le soluzioni formali sorprendenti cui ci ha abituato. Ciò non toglie che il suo cinema resti unico, “incurabile”, felicemente satirico, pessimista, coraggioso, allegorico: Francesca Dellera è deificata, irraggiungibile e antropomorfa per intercessione della carne. Un’ostia con il "Corpo di Cristo” deglutita meccanicamente, in modo da perdere il senso intimo del gesto oppure, in questo caso, mantenendo una visione esclusivamente fallocentrica. Arrivano le cicogne, e l’amore (o il non-amore?) fra Paolo e Francesca (nomi “a caso”) finisce.