KASSABLANKA

Anno Produzione2002

TRAMA

Belgio, distretto multietnico di Antwerp. Alla vigilia delle elezioni del 2000, che videro l’affermazione dell’estrema destra nazionalista, sboccia l’amore impossibile tra Berwout, da una famiglia di convinti neofascisti, e Leila, diciassettenne musulmana tradizionalista.

RECENSIONI

Velo sulla svastica

La provincia europea è spesso nascondiglio di estremismi di ogni tipo: allungare una pretesa d’imparzialità su un mosaico complesso, livellando ogni fondamentalismo. Questa l’operazione tentata dalla coppia Lee This & Boeckmans, per la prima volta alla regia insieme; da una parte si fa il tifo spudorato per il Fronte Nazionale, dall’altra si invoca la Jihad islamica contro “il grande Satana” americano. E’ complicato abitare la terra di mezzo tra i due estremi: ci prova Berw, che si trascina a destra e manca infilato in un giaccone costellato di simboli che perlopiù neanche conosce, oppure, semplicemente, non gli interessano. Il suo contrario è Leila, il volto coperto da un velo, incapace di sottrarsi alla gabbia della tradizione; tutto intorno violenze di ogni tipo, botte agli ubriaconi, neri, diversi (da chi o cosa, poco importa), amenità da entrambe le parti. La politica tenta di risollevare la situazione, ma non avanza una pretesa seria: si arrende ancora prima di cominciare, consapevole che non potrà riuscirci se non nell’euforia del momento (le esultanze postelettorali nel finale). Su questa tela, una regia ordinaria a quattro mani decide di riesumare la vicenda di Romeo + Giulietta, collocandola in un inferno urbano alla Larry Clark; è qui che la narrazione si accartoccia, la pellicola si chiude in sé stessa senza mai riuscire realmente a riprendersi. Un bacio fugace all’orto botanico, gli incontri rubati, le drammatiche conseguenze della “scoperta” in famiglia, il lieto fine falsamente riconciliante; il principale dedalo tramico fornisce l’impressione di non applicarsi, eseguendo uno spartito sentimentale per compiacere la faciloneria di (certa) platea più che per esprimere qualcosa. Risultato: definire ambienti, cesellare atmosfere è la specialità di Kassablanka, che regala personaggi minori intriganti o addirittura spassosi, smarrendo le fila del discorso quando si tratta di venire al dunque. Emerge paradossalmente un approccio morbido, dove la violenza non significa fermezza né coraggio narrativo, e la svolta sentimentale pare contenere la vera consegna dell’operazione: falsamente provocatoria.