Avventura, Azione, Recensione

JURASSIC WORLD – IL REGNO DISTRUTTO

Titolo OriginaleJurassic World - Fallen Kingdom
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2018
Durata128'
Fotografia
Scenografia

TRAMA

A tre anni di distanza dai fatti di Jurassic World, Isla Nublar sta per essere sommersa da lava vulcanica. Il governo deve decidere se salvare i dinosauri superstiti che la popolano o se lasciare che la natura faccia il suo corso. Eli Mills propone a Claire di coinvolgere Owen per una missione di salvataggio, che recuperi anche il Raptor super-intelligente Blue.

RECENSIONI

 COME RENDERE I DINOSAURI NOIOSI: MANUALE D'USO

Ogni mattina, ad Hollywood, un regista si sveglia: sa che dovrà dirigere un reboot convincente, per essere riconfermato dalproduttore. Ogni mattina, ad Hollywood, un produttore si sveglia: sa che dovrà proporre un sequel al regista, per rientrare dell'investimento al box office. Ogni mattina, ad Hollywood, non importa che tu sia un produttore o un regista, l'importante è che trovi un franchise da sfruttare.
Citazione permettendo, il fatto resta: la remake mania degli anni '00 ha lasciato posto alla ancor più temibile febbre da sequel. Eccole lì le case di produzione tombarole, pronte a scoperchiare lapidi e riesumare scheletri di celluloide ormai consumati dal tempo. Biechi  ed aggressivi scavi archeologici che non risparmiano niente e nessuno. Fatalismo, iperbolismo, qualunquismo? Forse un pizzico; ma per quanto dolcemente malinconico sarebbe abbandonarsi al "si stava meglio quando si stava peggio", è nostro dovere accettare il cambiamento paradigmatico della settima arte. E dunque se si è deciso che i tempi sono maturi per far tornare i dinosauri su grande schermo, non possiamo che accoglierli a braccia aperte! La Universal nel 2015 rilancia una delle saghe cinematografiche più iconiche degli anni '90, espandendone i confini sin dal titolo: da Jurassic Park a Jurassic World. Accoglienza da era glaciale. Non c'è tempo per lo sconforto, ma per un secondo capitolo sì: Jurassic World - Fallen Kingdom ha un grande onere, aggiustare la mira del fiacco prequel e rilanciare il brand verso nuovi e più rosei orizzonti. Missione fallita su tutta la linea. Nemmeno il cambio in cabina di regia, con Juan Antonio Bayona che subentra a Colin Trevorrow (qui producer e sceneggiatore), basta a rianimare il film; il regista spagnolo, reduce dal successo del suo fantasy-drama A Monster Calls, fa il suo ingresso nella Major League con una patata bollente tra le mani. Le previsioni lo danno perdente: la tiepida risonanza di questa nuova trilogia, unita ad una marketing campaign intermittente non fanno ben sperare. E mai pronostici furono più azzeccati. In sunto: script riciclato, CGI anacronistica, umorismo da paleolitico e componente action ridotta all'osso. Ad aggravare questo infausto quadro d'insieme, ci pensa una pioggia di politically correct, che pervade tutto il film. Animalismo e bioetica, thread portanti del concept, vengono banalizzati e stilizzati a tal punto, da perdere ogni briciolo di credibilità. Le implicazioni filosofico-ontologiche della firma spielbergiana, sono qui caricaturizzate e strumentalizzate per i benpensanti: nessuna introspezione, nessuno spunto per un dibattito etico sulle nuove tecnologie. Nulla di nulla.

Nemmeno i dinosauri bastano a sventare il cataclisma. La fiamma di novità e stupore è ormai spenta, non tanto per la poca appetibilità della materia, quanto per la metodologia di riproposizione: quel mishmash adrenalinico di avventura e thriller in perfetto equilibrio diegetico è (un mondo) perduto. Nel tentativo di replicarlo, Bayona rafazzona un ibrido di jungle adventure e disaster movie, pg-13.
Intreccio e ritmo da narcolessia: la confusione regna sovrana ad Isla Nublar (e nella mente degli sceneggiatori), con una storyline scompaginata e centrifuga. Troppi i cambi di scenario, e posticce le transizioni tra una sezione e l'altra. Dopo 20 minuti di filmico assistiamo all'eruzione apocalittica di un vulcano, a cui ne seguono 110 di action ellittico da elettroencefalogramma piatto. Altro errore cruciale, la decontestualizzazione scenografica: i dinosauri irrompono a villa Lockwood, quali oggetti di oscure aste presidiate da international bad guys . Ma il loro inserimento in ambiente domestico svilisce ogni romanticismo ancestrale e destabilizza uno spettatore già incredulo. Rivogliamo la giungla!
Da sbadiglio persino lo"scontro finale" con il nuovo temibile Indoraptor , incrocio genetico creato in laboratorio, visivamente non così distante dal T-Rex (ma non temete, lo hanno dotato di una pregevolissima banda giallo fluo, per renderlo più riconoscibile...E per vendere più gadgets!). Abbiamo capito, il lucertolone è pericoloso e letale, ma sappiamo anche che i buoni non muoiono (quasi) mai, quindi la tensione si spegne in fretta ed il film continua ad allungare un insipido brodo primordiale. C'è anche tempo per un subplot con protagonista la "nipotina orfana" di Lockwood, totalmente accessorio ed oltremodo forzato. In un film in cui c'è fin troppa carne al fuoco, l'ultima cosa che serve è l'ennesimo spunto narrativo abbozzato e mal approfondito.

Poco da dire sul cast: tornano i protagonisti Owen (Chris Pratt), good guy forzuto dalla battuta pronta e Claire (Bryce Dallas Howard) insopportabile attivista redhead pro-dinosauri. Caratterizzazioni opache e meno brillanti delle originali: colpe da spartire equamente tra copione ed interpreti. Si aggiungono dei dimenticabilissimi clichès ambulanti, quali il computer geek piagnucolone e la paleoveterinaria (?) con la lingua tagliente. Il ruolo di villain tocca al britannico Rafe Spall, davvero poco memorabile nelle vesti di Eli Mills, subdolo uomo d'affari che mira ad arricchirsi trafficando dinosauri per uso bellico. Unica nota al merito, il cameo di Jeff Goldblum: 6 minuti tra epilogo e prologo, che regalano un piccolo barlume di gioia ai vecchi fan.
La verità è che Jurassic World -  Fallen Kingdom non s'aveva da fare. Ma all'exploitation non si comanda, perciò ecco servito un B movie, camuffato da blockbuster, trasvestito da reboot. Per tutti quelli che sperano di respirare un po' di 90's style, consiglio di risparmiarsi la delusione (ed annessa depressione nostalgica); per chi cercasse un popcorn flick, con plot twists prevedibili e computer grafica del 2004, divertitevi! Il parco è chiuso. Benvenuti allo zoo. Giurassico.