Drammatico

JESS + MOSS

Titolo OriginaleJess + Moss
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2011
Durata83'
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Le vicende di Jess e Moss, due adolescenti immersi nell’America rurale alla ricerca de sé stessi e del loro passato nascosti all’interno di valigie abbandonate

RECENSIONI


Fin dall’inizio Jess + Moss presenta la sua natura ambivalente; le primissime inquadrature mostrano frammenti di un mistero: i due protagonisti fanno i conti con una materia oscura, opaca. I titoli di testa scorrono su un’immagine, apparentemente fissa, in cui i due ragazzi percorrono una strada che li porta dal fondo fino al primissimo piano: il racconto sarà, prima di tutto, un percorso.
Le vicende che vedono Jess e Moss protagonisti, immersi in un paesaggio americano rurale mai dei tutto civilizzato, sono narrate all’insegna della sospensione temporale, il tempo dell’azione è decisamente subordinato a quello della riflessione. I protagonisti sono soli in un mondo altro, portatore di un’adultità traumatica e traumatizzante, attivatore di un ricordo precedentemente rimosso, ma anche stimolo alla scoperta di sé stessi prima che del proprio passato. Il percorso dei due protagonisti è scandito con gradualità e asistematicità dalla condivisione di esperienze ludiche e drammatiche, dalla maieutica emersione del passato rinchiuso in valigie abbandonate.
Jeter decide di utilizzare un duplice registro estetico lavorando sulla qualità dell’immagine digitale, sul colore e sull’uso della luce: il passato e i ricordi dei due ragazzi sono mostrati attraverso immagini sgranate, sporche, dai colori spenti e consumati; il presente, la vitalità con la quale i due protagonisti affrontano un mondo più grande di loro, misterioso e accattivante, sono resi alla perfezione da una fotografia dai colori accesi ed una messa in scena sempre studiata nei minimi dettagli, dalle scelte compositive alle proporzioni all’interno del quadro. A far da ponte tra i due registri stilistici vi è la colonna sonora, presenza ambigua e incoercibile né ad una delle due categorie spazio/temporali, né tantomeno ad uno solo dei regimi diegetico ed extra-diegetico. Ad ogni canzone si sente (e spesso si vede) un vinile posizionarsi sul giradischi, la puntina che cerca la traccia, il nostalgico fruscio sonoro che rimanda alla dimensione del ricordo e della memoria.
Jess + Moss si inserisce in quel solco di opere in auge tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta che hanno privilegiato il racconto di formazione, il bildungsroman adolescenziale, il tema del passaggio all’età adulta, spesso inserito in un paesaggio di provincia rurale e parzialmente selvaggio e che vede come propria stella polare i romanzi di Mark Twain. Sebbene non riesca a mantenere il proprio rigore stilistico fino alla fine (in conclusione cede alla tentazione dei ralenti), il lavoro di Jeter dimostra grande padronanza del mezzo e una notevole capacità di stratificazione dei personaggi senza ricorrere a didascalici dialoghi. In particolare il personaggio di Jess è articolato in modo da mettere in luce la difficoltà di ricorprire più ruoli, quello di bambina (bisognosa di affetto e di una famiglia che le è sempre mancata), quello di ragazza (vogliosa di soddisfare i propri desideri adolescenziali), quello di madre (nei confronti del piccolo Jess), una scissione obbligata e col tempo sempre più lacerante. Entrambi i personaggi però denotano bisogni comuni, da una parte quello del sogno e della fantasia (espresso dal carattere ludico delle loro interazioni), dall’altra quello della crescita, una tensione costante alla maturazione individuale ed indipendente resa dall’autore in modo a tratti commovente.