Animazione, Fantastico

JAMES E LA PESCA GIGANTE

Titolo OriginaleJames and the Giant Peach
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Durata78'

TRAMA

Il piccolo James, orfano, vive con due zie schiaviste ed arcigne. Un uomo misterioso gli offre la possibilità di fuggire dentro una pesca gigante, in compagnia di simpatici insetti.

RECENSIONI

 

La pesca gigante verso la Grande Mela, una New York come Terra Promessa e immaginario di fuga: il Selick del Nightmare Before Christmas di Tim Burton (che qui si riserva solo di co-produrre) adatta una favola di Roald Dahl del 1961, dove la solitudine ed il dolore dell'infanzia sono sublimati in un volo di fantasia, dove il coraggio (il perfido "rinoceronte fra le nubi" è l'Uomo Nero, la Morte) è il metro con cui misurare la propria maturazione. Dahl, come Tim Burton del resto, è convinto che il Bene germogli con più vigore fra i meandri oscuri (o ritenuti tali) dell'esistenza e non manca mai di accompagnare il suo messaggio edificante per l'infanzia con risvolti gotici, lievemente cupi e/o caustici. Selick rinuncia a tali sfumature e rincorre l'apologo più tranquillizzante di disneyana memoria, salvo recuperare a livello figurativo gli stilemi surreali-spettrali con cui il mentore Tim Burton aveva fatto trionfare la fantasia e la meraviglia nel lungometraggio precedente menzionato sopra. Il regista apre e chiude con il live-action, con attori in carne e ossa, macchiette unidimensionali e piatti dualismi: la sua specialità è la tecnica d'animazione "stop-motion" mischiata al digitale e lo dimostra in tutta la parte di mezzo che, se decolla a singhiozzo a livello creativo (da ricordare lo squalo meccanico e il cameo di Jack Skellington-pirata), si fa apprezzare per la simpatia dei personaggi-insetto e l'alto artigianato d'insieme. Ad appesantire ulteriormente la pesca però (che, lo ricordiamo, deve volare per raggiungere la Grande Mela), ci pensano le mediocri canzoni di Randy Newman, doppiate e poco ispirate, nonché la chiusura enfatica, con James che declama il valore del Sogno (Americano?) e trionfa in modo imbarazzante davanti alle folle. Manca la magia.