TRAMA
RECENSIONI
L’ex-assistente di Orson Welles (Richard Wilson, morto nel frattempo) e i suoi colleghi critici cinematografici (Myron Melsel e Bill Krohn) intervistano i discendenti e i sopravvissuti coinvolti nell'incompiuto progetto sudamericano in tre capitoli del regista, ricordando perché la RKO non volle portare a termine il film (commissionato dall’Ufficio per gli affari inter-americani, nella persona di Nelson Rockefeller) e assemblando le immagini superstiti degli episodi My friend Bonito (girato nel 1941) e The story of the Samba. Quest'ultimo è un semi-documento a colori sul Carnevale brasiliano (re-inscenato anche nello stadio Maracana), che testimonia la vitalità, la "febbre" di un popolo in festa. Il primo, invece, narra la storia di un ragazzino messicano e del suo torello: venne girato da Norman Foster con la supervisione di Welles. La pellicola è in realtà preziosa per la visione dell’unico brano a suo modo intatto, solo non montato e senza sonoro, Jangadeiros che ricostruisce, con gli stessi protagonisti, un fatto di cronaca ("È tutto vero", F Come Falso) su quattro pescatori che navigarono per due mesi con la speranza di essere ricevuti dal Presidente. Un brano lirico, naturalista come il miglior Flaherty (soggettista di un primo episodio, The Captain's Chair, mai realizzato e di My friend Bonito, poi “rubato” da La Più Grande Corrida), forse troppo elegiaco verso il finale ma dotato di sequenze magnifiche: i campi lunghi, le inquadrature della bimba con le reti dei pescatori, il solenne corteo funebre. Nelle intenzioni di Welles, doveva essere un film sul Brasile della gente povera, non un prodotto per il folklore e il turismo ma si rese ben presto conto che il suo lavoro era segnato da una maledizione: il protagonista dell'ultimo episodio, Jacaré, sopravvissuto a sessanta giorni di mare, gli morì addirittura sotto gli occhi, disperso in mare. Interpreti non-professionisti ben diretti (splendida e fiera la tredicenne Francisca Moreira da Silva). Narrato, in originale, da Miguel Ferrer.