Intervista con Franco Calandrini, direttore Artistico del Festival

La grande novità di questa nona edizione è il ritorno alle origini, con lo spostamento del festival dal multiplex Cinemacity al centralissimo cinema Corso. Com'è nata questa idea? Solo voglia di cambiare oppure necessità (commerciale, stilistica, strategica)?

_x000D_

_x000D_Semplice necessità logistica. Essendo scaduto il contratto d’affitto che il Comune aveva siglato con Cinemacity, andava trovata una sala che potesse accogliere il festival e i suoi ospiti nel modo migliore. Le alternative erano due: il Cinema Astoria, una Multisala fuori Ravenna che, per quanto adatta allo scopo, non avendo nei paraggi, né luoghi di ristoro che di pernottamento, ci avrebbe complicato le cose; e il Cinema Corso, che ospitò la nostra prima edizione e che per i motivi opposti, invece ben si adattava alle nostre esigenze.

_x000D_

_x000D_Ormai i centri storici non sono più luoghi di divertimento, e le città, soprattutto in provincia, ma non solo, alla sera si svuotano per lasciare spazio a cattedrali periferiche costruite appositamente per inscatolare i sogni. C'è stato il timore che una scelta di questo tipo potesse influire sulla riuscita del festival?

_x000D_

_x000D_No, nessun timore in quanto, come appena detto, memori della prima edizione del 2003, sapevamo che ai disagi che può provocare allo spettatore la difficoltà di accedere al centro, sarebbero corrisposti molti benefici in più proprio dalla vicinanza del centro storico che, pur non avendo la vitalità delle città più grandi, offre molte possibilità ricreative, impensabili in periferia.

_x000D_

_x000D_Com'è stata la risposta del pubblico?

_x000D_

_x000D_Un incremento del dieci per cento circa. Che certo non rappresenta la meta finale, in quanto i margini di miglioramento sul feriale e il pomeridiano c’è, ma chi temeva una contrazione di pubblico legato alla difficoltà di raggiungere il centro, è stato smentito.

_x000D_

_x000D_Il cinema Corso svolge un'attività cinematografica regolare durante l'anno oppure è stato concesso, e riaperto, per l'occasione?

_x000D_

_x000D_È stato riaperto per le quattro manifestazioni che faceva al Cinemacity e che, in attesa di essere spostate alla sala comunale che verrà inaugurata in aprile, sono state dirottate qui.

_x000D_

_x000D_Molti cinema del centro hanno chiuso trasformandosi in negozi, appartamenti, gallerie commerciali. Perché, secondo te, ha attecchito così facilmente nel pubblico l'idea di decentrare il divertimento, di fatto svuotando i centri storici?

_x000D_

_x000D_Ormai questa migrazione non riguarda, come già dici tu, solo il cinema: la congestione del traffico, l’impossibilità di trovare parcheggio in tempi ragionevoli (sia libero che a pagamento) ha fatto sì che le attività che necessitavano di una partecipazione di massa per sopravvivere si reinventassero. I centri commerciali sono ormai meta di famiglie intere e le multisale ne sono la loro naturale conseguenza. Il ritorno in centro è possibile solo se la proposta culturale si manifesta come evento. La normalità la si trova più comodamente e più a buon mercato fuori dal centro storico.
Ritieni che esista un parallelismo tra il grigiore del presente e la produzione horror? Estremizzando il concetto, pensi che se tutti fossero felici e appagati non esisterebbe il cinema horror?

_x000D_

_x000D_Il cinema, e l’arte in generale, rappresentano da sempre, la realtà e il contesto storico e civile in cui si calano e di cui si nutrono. Il cinema, probabilmente, lo fa in modo più visibile, il cinema horror lo fa per statuto. Ma qui andrebbe aperto un ipertesto che, ripercorrendo la storia del cinema horror dalle origini ai giorni nostri, mostri come a periodi bui della storia dell’umanità siano corrisposte grandi stagioni di cinema horror o fantastico.

_x000D_

_x000D_Dati i tempi, tutt’altro che rassicuranti, immagino che tanti horror-maker abbiano risposto all’appello. Avete dovuto vagliare molti film?

_x000D_

_x000D_L’aumento dei film, sia numericamente che qualitativamente, è l’indicatore più netto del grado di credibilità che il nostro festival si è guadagnato in questi anni. I film mainstream sono ancora delle eccezioni e infatti di solito li posizioniamo nella sezione eventi speciali, ma non c’è dubbio che per le produzioni ”indie” di ogni parte del globo siamo diventati un punto di riferimento.

_x000D_

_x000D_Esiste, tra le opere visionate, una sorta di leitmotiv, stilistico oppure tematico?

_x000D_

_x000D_Un vero e proprio leitmotiv tematico proprio no, ma c’è una tendenza al prodotto docu-fiction, a metà strada tra Paranormal Activity e The Blair Witch Project, che si sta facendo strada. Sarà perché ormai la pellicola è al capolinea e il prodotto in digitale si presta molto di più a questo tipo di linguaggio, fatto sta che quest’anno una buona dozzina di film erano impostati tra quei due modelli. Ovviamente ne abbiamo ammesso solo uno: Skew, che ci è sembrato avere una nota di originalità che agli altri, molto simili, mancava.

_x000D_

_x000D_Quest'anno i film selezionati sono sembrati più convincenti rispetto all'ultima edizione. Questione di annate o di scelte differenti nella selezione dei titoli da includere nel programma?

_x000D_

_x000D_Con l’aumentare della notorietà e della credibilità del nostro festival, aumentano, come ho già detto, quantità e qualità. Adesso abbiamo molta più scelta rispetto agli anni passati, per cui se la selezione è migliore è perché l’offerta è stata migliore, e anche noi siamo stati bravi a selezionare. Già lo scorso anno avevamo allargato gli orizzonti passando dall’horror classico al perturbante, la grande quantità e la varietà di film arrivati ci ha permesso di proseguire in questa direzione e di rimandare a quella che era la vera vocazione iniziale e che proprio all’inizio veniva battezzata come: Ravenna Nightmare Film Fest, il lato oscuro del cinema.

_x000D_

_x000D_ Un aggettivo per ogni titolo in concorso:

_x000D_

_x000D_– ABSENTIA di Mike Flanagan (classico)
_x000D_– CRAWL di Paul China (autoriale)
_x000D_– RABIES di Aharon Keshales e Navot Papushado (scolastico)
_x000D_– EXORCISMUS di Manuel Carballo (insolito)
_x000D_– SECUESTRADOS di Miguel Ángel Vivas (compiuto)
_x000D_– THE BUNNY GAME di Adam Rehmeier (straziante)
_x000D_– HELLACIOUS ACRES: the case of John Glass di Pat Tremblay (bizzarro)
_x000D_– THE CALLER di Matthew Parkhill (professionale)
_x000D_– THE DEVIL'S BUSINESS di Sean Hogan (maturo)
_x000D_– SKEW di Sevé Schelenz (intelligente)
_x000D_– MASKS di Andreas Marschall (nostalgico)
_x000D_– LITTLE DEATHS di Hogan-Parkinson-Rumley (divertente)
Con l’Italia sull’orlo del fallimento economico, e budget ristretti per tutti gli eventi culturali, immagino che organizzare un festival di rilievo sia di estrema difficoltà. Com'è andata quest'anno?

_x000D_

_x000D_Non molto diverso dall’anno scorso. In realtà – a parte che c’han detto che il peggio deve ancora arrivare – il taglio più doloroso è stato fatto due anni fa, quando, in modo unilaterale, il Ministero dello Spettacolo non ha onorato l’accordo fatto con la Regione Emilia Romagna (era un accordo triennale, interrotto al secondo anno). Come scrissi nella prefazione dovemmo fare tagli pesanti allora, dopodiché ci siamo assestati su un budget e una tipologia di festival che riteniamo essere decorosa per noi che lo facciamo e – spero almeno – per chi vi partecipa.

_x000D_

_x000D_Quale dovrebbe essere secondo te lo scopo di un festival?

_x000D_

_x000D_Portare alla notorietà film altrimenti invisibili e offrire al pubblico e agli addetti ai lavori piatti gustosi, rari e prelibati, introvabili altrove.

_x000D_

_x000D_Cosa ne pensi del proliferare dei festival negli ultimi anni, a tema e non (per restare sul macro pensiamo alla contrapposizione Venezia / Roma)? Ci sono davvero così tante opere interessanti in giro che vale la pena di sostenere?

_x000D_

_x000D_Roma e Venezia fanno corsa a parte, muovono capitali e interessi enormi, per cui penso sopravvivranno a tutti noi e ritengo che sia giusto così. Non so a quali festival ti riferisci quando dici “proliferare”, comunque basta dare un’occhiata alla delibera del Ministero per capire che per il settore il dispositivo di attribuzione dei contributi pubblici va totalmente riformato. In mezzo a festival di caratura internazionale, che ricevono una miseria, ce ne sono altri di cui non esiste nemmeno un sito, o un catalogo. Meglio non guardare sennò ci si ammala dal nervoso.

_x000D_

_x000D_Oramai, dati i prodigi della tecnica, praticamente chiunque può diventare un regista e pubblicare in rete il suo film. Cosa ne pensi al riguardo?

_x000D_

_x000D_I prodigi della tecnica non sostituiscono, non hanno mai sostituito e mai sostituiranno il talento che serve per creare un’opera d’arte, costosa o economica che sia. Il famoso “Dogma” aveva creato più danni dell’ultima riforma scolastica, adesso c’è il modello “Paranormal & co.” che si sta propagando come una muffa, ma son convinto che nel giro di un paio d’anni si esaurirà da solo. Ci sono film come The Bunny Game di Adam Rehmeier o The Devil's Business di Sean Hogan che beneficiano della leggerezza del mezzo, portando la loro opera a livelli di eccellenza, ma di tale leggerezza potrebbero beneficiare (e lo fanno) altre decine, se non centinaia, di registi che invece restano nella mediocrità. La realtà è che pochi riescono a fare cose meritevoli.

_x000D_

_x000D_Perché se degli amici decidono di fare un film insieme pensano molto spesso a un horror?

_x000D_

_x000D_Perché ci sono degli stereotipi facilmente riproducibili, ma solitamente hanno tutti i limiti dell’autoproduzione. Sconsiglio vivamente. L’autoproduzione, intendo.

_x000D_

_x000D_È difficile imporre l'idea di un festival incentrato sul perturbante come evento culturale? In molti pensano che cultura e horror non possano andare a braccetto. Cosa rispondi a chi propone un approccio così superficialmente giudicante?

_x000D_

_x000D_Fortunatamente sono in pochi a fare una domanda simile. L’horror, dalla notte dei tempi, tra tutti i generi è quello con maggiore forza eversiva, e la produzione horror – per fortuna – non si limita ai giocattoloni destinati ai multiplex. Ovviamente la fortuna di un genere la fanno anche i numeri, e il fatto che da una decina d’anni sia tornato ai livelli di popolarità che aveva in passato è sicuramente  positivo, ma il cinema  horror, tra i propositi non dichiarati ma chiari a tutti, ne ha uno che li sintetizza tutti: portare al limite estremo la possibilità di rappresentare l’orrore che ci circonda, nel modo più artistico possibile. Questo dovrebbero fare gli autori e questo dobbiamo fare noi che li mostriamo al pubblico.

_x000D_

_x000D_Bolle già qualcosa in pentola per il decennale?

_x000D_

_x000D_Ovviamente sì, ma preferisco tacere: l’ultima volta che abbiamo preparato un’edizione speciale per un decennale (era il decennale di Corto Imola Festival) c’han tolto la metà dei contributi!