Intervista a Giulietta Fara

(uno dei due direttori, l’altro è Oscar Cosulich, del Future Film Festival)Quest’anno è mancato l’appuntamento di gennaio, tappa immancabile per gli appassionati. Abbiamo temuto che il festival potesse saltare, ma siamo davvero contenti che invece sia stato possibile mantenere un filo diretto con Bologna e con le nuove tecnologie. Quali sono le difficoltà maggiori che avete incontrato?

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_x000D_La manifestazione, come molte iniziative culturali italiane, ha sofferto dei tagli ministeriali, e di conseguenza locali, che hanno voluto dire meno finanziamenti pubblici.

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_x000D_Come mai la manifestazione è stata trasferita proprio alla settimana prima di Pasqua? Strategia o contingenza?

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_x000D_L’idea era quella di spostare una manifestazione che si svolgeva tradizionalmente in gennaio verso primavera. È stata una contingenza il fatto di svolgere la manifestazione proprio in quei giorni, ma è stato meditato e scelto il cambio di stagione.

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_x000D_Nonostante le difficoltà che avete incontrato, siete soddisfatti di com’è andata?

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_x000D_Siamo soddisfatti del programma del Future Film Festival 2011, che ha presentato numerose anteprime italiane ed internazionali, oltre che i film di un ospite d’eccezione della manifestazione come Luc Besson. Siamo contenti che la manifestazione si sia riconfermata un appuntamento per gli appassionati, oltre che un evento che ha coinvolto la città in cui si svolge.

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_x000D_Da sempre portate avanti con coerenza un discorso di approfondimento su tutto ciò che riguarda l’applicazione delle nuove tecnologie al quotidiano (parlare solo di cinema sarebbe riduttivo). C’è ancora qualche declinazione della tecnica di cui vorreste occuparvi?

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_x000D_Adesso è importante guardare al futuro. Ci siamo occupati di 3D stereoscopico quando nessuno se ne occupava, e adesso ci interessa approfondire il campo della motion graphics, così come quello della applicazione del 3D ai videogames, l’home entertainment o altri dispositivi mobili.

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_x000D_Com’è nata in voi la passione per le nuove tecnologie?

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_x000D_Personalmente, avendo studiato arti visive, ho approfondito le dinamiche dell’arte contemporanea, e ho iniziato a vedere il cinema d’animazione e con effetti speciali come la parte contemporanea del cinema tout court. Le linee semplici e le immagini sintetiche sono il corrispettivo di Keith Haring o Basquiat per l’arte contemporanea. E così ho iniziato a guardare all’animazione digitale nei film live action come vera e propria colonizzazione del contemporaneo all’interno del cinema che, invece, presenta un linguaggio fotografico, più vicino all’immaginario visivo degli impressionisti.

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_x000D_Perché proprio Bologna, con una Cineteca molto forte e influente ma lontano da dove il cinema si fa?

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_x000D_A Bologna perché è una città estremamente ricettiva, con una università molto attiva e, appunto, una cineteca molto presente. Tutto questo, unito al fatto che il nucleo di persone che l’ha creato ha studiato a Bologna, ha fatto sì che questa città fosse il luogo naturale per la manifestazione.

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_x000D_Perché secondo voi in una città fotogenica come Bologna si parla tanto di cinema ma se ne fa così poco?

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_x000D_L’Italia non è un territorio con realtà produttive eclatanti, e la città d’elezione per la produzione è Roma con l’aggiunta, da poco, anche di Torino. Per il resto, Milano è la città dove si producono spot e dove si studia la fiction tv, e il resto del territorio nazionale è spesso il luogo ideale per location d’eccezione, non solo per film italiani (vedi La Reggia di Caserta per Star Wars). La Regione Emilia-Romagna ha invece un tessuto produttivo interessante per quanto riguarda l’animazione, con società che producono serie tv o applicazioni per dispositivi mobili. È un terreno fertile dove, se ben canalizzata, una spinta sulla produzione di cinema d’animazione può dare grandi risultati.

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_x000D_Da qualche anno il 3D è tema dibattuto del festival. Cosa ne pensate? Opportunità o furbata per aumentare il prezzo del biglietto senza che il pubblico si ribelli (anche se sta iniziando a ribellarsi)?

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_x000D_Non credo personalmente che il 3D sia una furbata, ma che se utilizzato bene sia uno strumento fantastico in mano ai creativi. Credo la politica del biglietto più caro alla fine non premierà, e nemmeno l’utilizzo del 3D finalizzato soltanto al “gonfiare” un film già perfetto in 2D, per aumentarne appunto gli incassi. Quello che premia è sempre la creatività e la tecnica al servizio della storia. Così oggi un regista che ha un suo stile e una sua forza può permettersi allo stesso modo, a seconda di cosa vuole raccontare, di utilizzare il bianco e nero o la stereoscopia.

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_x000D_ “Avatar” a parte, c’è qualche film in 3D che vi ha davvero soddisfatto garantendo quel coinvolgimento a 360º nella storia raccontata?

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_x000D_Cito Toy Story 3 perché secondo me è un esempio di 3D stereoscopico realizzato per valorizzare questa tecnica. In particolare, sono interessanti i film che usano il 3D come strumento di narrazione, e non solo di stupore. Purtroppo ultimamente ci sono invece molti casi di film realizzati con la stereoscopia soltanto per generare un effetto di stupore nello spettatore, che invece è già ampiamente assuefatto dalla novità del 3D stereo e si aspetta qualcosa in più nei contenuti. A mio parere, anche mantenere il costo del biglietto per il 3D più alto rispetto alle altre visioni non pagherà a lungo, perché appunto la tecnologia è già una realtà.

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_x000D_Qual è la più grande soddisfazione che avete ottenuto da quando siete a capo di questa manifestazione?

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_x000D_Ogni volta che il pubblico del Festival stupisce i nostri ospiti facendo domande pertinenti, interessanti, azzeccate, è una enorme soddisfazione. Al FFF non si parla di gossip né di banalità produttive, ma soltanto di regia, tecnica, animazione, visioni sul futuro del cinema e dell’immagine in movimento. Questa è un delle soddisfazioni maggiori. Inoltre, mi dà molta soddisfazione vedere ospiti e pubblico godere di un ambiente festivaliero che consente alle persone di incontrarsi, scambiarsi idee e progetti, imparare dal lavoro altrui, prendendosi il tempo di riflettere. Lontani dallo star system e dalla smania di “evento”.

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_x000D_Se non aveste problemi di budget cosa vi piacerebbe portare al festival?

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_x000D_Ci piacerebbe molto portare al Festival Tim Burton, perché è uno dei registi di culto per noi, così come John Lasseter o Steve Jobs. Questi tre nomi rappresentano già probabilmente l’anima di quello che il Future Film Festival presenta ogni anno, e sarebbero davvero osannati dal nostro pubblico così come da noi stessi.

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_x000D_Solo quindici, venti anni fa uscivano un paio di film di animazione a stagione, ora la concorrenza è spietatissima e il mercato molto inflazionato, sia nello stile visivo che nei contenuti. Pensate che questo sia comunque un arricchimento o il rischio di assuefare il pubblico a un prodotto standardizzato c’è?

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_x000D_Non credo ci sia il rischio di assuefazione. Come dicevo, l’idea dell’animazione come espressione estremamente contemporanea mi porta a pensare che il cinema oggi non ne possa più fare a meno, sia essa espressa sotto forma di effetto speciale all’interno di un film live action sia essa invece la tecnica con cui è realizzato tutto un film.

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_x000D_Se fossi un cartone animato, quale vorresti essere?

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_x000D_Lamù.