Intervista a Franco Calandrini

Ci eravamo lasciati l’anno scorso con un senso di precarietà legato alla crisi economica che non lasciava presagire nulla di buono. Invece l’ottava edizione del Ravenna Nightmare Film Festival si è appena conclusa e, oltre a essere stata un grande successo, si è anche presentata all’insegna del più: un giorno in più, più eventi speciali, più ospiti. Cosa è successo nel corso del 2010 per ribaltare le tetre previsioni del 2009?

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_x000D_ È successa una cosa molto semplice. Dopo le amputazioni dello scorso anno non poteva mancare quella più coerente di tutti: Severance, tagli al personale… Ovviamente tutti noi abbiamo dovuto fare un doppio se non un triplo lavoro, ed è ovvio che questa non può essere la regola. Ma noi abbiamo scelto la strada del “martyrio” (che finezza, eh?) e non ci lamenteremo né ora né mai. Quando le condizioni non saranno più accettabili, passeremo il testimone a chi lo vorrà raccogliere.

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_x000D_ Gira voce che il prossimo anno il festival tornerà nel centro della città di Ravenna, abbandonando il Multiplex Cinemacity. Sono solo voci o l'ipotesi potrebbe davvero concretizzarsi?

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_x000D_ Sì, ci sono più che semplici voci, c’è un progetto di una sala comunale che potrebbe ospitare, tra le varie attività, anche il nostro festival. Ma non so ancora bene tempi e modi.

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_x000D_ Quest'anno più che mai il problema della capienza dell'unica sala disponibile (la sette con 123 posti) è stato critico, con corse spesso stressanti, e non sempre premianti, tra una proiezione e l’altra, vista l’impossibilità di fare i biglietti per tutti gli spettacoli del giorno in un’unica soluzione. Siete stati bravi a prevederlo e a tentare di arginarlo, ma qualche disagio c'è comunque stato. Cosa ne pensate?

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_x000D_ Pensiamo che c’è sicuramente un margine di miglioramento in tutto e qui, come nella vita o come ovunque, nessuno ti dà più di quello che meriti, anzi, se possibile ti viene dato sempre qualcosa di meno. Stiamo parlando di un Multiplex che deve sottostare a rigide leggi di mercato! Noi, con solo un paio di sold out lo scorso anno, non meritavamo ancora totalmente una sala più grande. Il prossimo anno non ho dubbi che ci venga data. Se parliamo invece delle macchinosità della gestione dei biglietti, lì c’è ben poco da fare: esiste un “Misuratore fiscale” che emette biglietti solo a quella determinata ora e solo in quel determinato modo. Bisogna aver pazienza.
Da cosa deriva la scelta di presentare la stragrande maggioranza dei film in supporto video? La resa visiva non è sempre stata in grado di valorizzare la fotografia delle opere, soprattutto per il noto problema dell’assenza di contrasti. Addio, quindi, pellicola? Sarà questo il futuro?

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_x000D_ Guarda, quella che solo fino a qualche anno fa era un’eccezione, tra l’altro anche piuttosto controllabile, prevedibile e gestibile, ormai è diventata una regola: il formato video/digitale occupa circa l’80% del mercato…. C’è ben poco da fare, perché se perfino Adam Resurrectede A Serbian Filmhanno talmente poche copie da costringerti a proiettare Digi Beta, significa che siamo ad un punto di non ritorno. Nostro obbligo quindi, per i prossimi anni, dato che il supporto pellicola sta pian piano scomparendo, sarà quello di investire su una videoproiezione all’altezza dei film che mostriamo.

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_x000D_ Difficile farsi un'idea senza avere visto tutti i film, però frequentando tre giornate di festival si è riscontrata una qualità media dei titoli un po' inferiore rispetto ad altre edizioni. E’ solo una sensazione personale o anche voi avete faticato a costruire il programma?

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_x000D_ No, hai torto e ragione allo stesso tempo: c’era quest’anno la possibilità di selezionare per  il concorso almeno il doppio dei film, mantenendo uno standard qualitativo altissimo. Il risultato è che di film come Red White & Blue, ce n’erano almeno altri tre, così come di Necromentiao Goodspeed… film di livello altissimo, a nostro parere, che magari non passeranno alla storia (ma quanti sono i film che lo fanno?) ma che se aggiunti ai film in concorso, sicuramente ti avrebbero portato a fare un’altra considerazione.
Ho trovato davvero incisivo e disturbante “Red White & Blu” di Simon Rumley, peccato averlo visto vincitore “solo” di una menzione speciale e non del premio più importante (tra l’altro Rumley era già stato oggetto di menzione speciale anche in una precedente edizione del festival con “The Living and the Dead”). Tu invece per quale film hai tifato in questa edizione?

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_x000D_ Ma, sai, noi che li vediamo in selezione abbiamo delle simpatie che difficilmente trovano una corrispondenza in sala o nei giudizi della giuria, perché li vediamo in tutt’altre condizioni…. In ogni caso io tifavo per Savage! Pensa te.

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_x000D_ Il festival si è concluso con il disturbante e discusso “A Serbian Film”, probabilmente ultima frontiera della violenza mostrabile sul grande schermo. Esibizione gratuita o spunto necessario per rappresentare il disagio di un popolo?

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_x000D_ A Serbian filmquando l’abbiamo visto abbiamo capito subito che si trattava di qualcosa da maneggiare con cura. Troppo “furbo” per entrare in concorso ma anche troppo forte per non essere messo in programma. Di film simili e che trattano la stessa tematica ce ne sono già stati e ce ne saranno sempre, questo ha il merito di avere raggiunto il grande pubblico. Una specie di Gola profondadel cinema horror… non è che prima di Gola profondanon esistessero film porno, ci mancherebbe, solo che da lì in poi il porno è arrivato a fasce di pubblico prima impensabili da raggiungere.

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_x000D_ Alcuni spettatori pensano che film come quello di Srdjan Spasojevic non dovrebbero circolare invocando una censura preventiva. Cosa ne pensi?

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_x000D_ Penso che il film vada protetto e contestualizzato. Non si può pensare di buttare in sala un film di questo tipo senza prima avere preparato il terreno. Questo sì che sarebbe immorale.

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_x000D_ La violenza è negli occhi di chi guarda o di chi dirige i film?

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_x000D_ Negli occhi di chi guarda, ovviamente. Il regista ha assolto in pieno il suo compito istituzionale: che era quello di sconvolgere lo spettatore.
Da sempre il Ravenna Nightmare Film Festival considera l’horror senza soffermarsi esclusivamente sugli elementi cardine del genere (mostri, fantasmi, zombi, serial killer, ecc.) ma abbracciando il perturbante in tutti i suoi aspetti, anche quelli meno spettacolari e più insinuanti; quali sono i film non propriamente horror che ricordi come più perturbanti della storia del cinema e che consigli ai nostri lettori?

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_x000D_ Io ho una formazione, se così si può dire, classica, per cui mi viene da pensare a Jacques Tourneur, il maestro del non horror e del perturbante, a Dreyer, pensa a Vampyr, una 
_x000D_ delle robe più inquietanti che io abbia mai visto, o a Ordet, mi sembra censurato a Venezia; Hitchckok ovviamente, o Dietro la porta chiusa di Lang, una storia d'amore, veramente perturbante.

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_x000D_ Sono tantissimi gli horror prodotti ogni anno; pochi, in proporzione, quelli che raggiungono il grande schermo. Navigando in rete i titoli che si possono recuperare sono tanti. Quali sono le chicche, i meno noti, prodotti negli ultimi anni che un amante del genere dovrebbe certamente annoverare nella propria personale videoteca?

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_x000D_ Tra i più recenti penso a Spider di Cronenberg, Strade Perdutedi Lynch. Sempre sul perturbante, ma più sul genere fantascienza, di recente c'è il film del 
_x000D_ figlio diDavid Bowie, che si intitola Moon, poi The Mistdi Frank Darabont….

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_x000D_ Quali sono gli altri festival horror che seguite e apprezzate, in Europa e nel mondo?

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_x000D_ L’unico festival di genere a che ho seguito è quello di Bruxelles… Semplicemente strepitoso. Più una festa che un festival, ma di altissimo livello.

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_x000D_ Con quale appello/frase/monito/auspicio ci diamo appuntamento all’anno prossimo?

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_x000D_ Che ci sia e che sia migliore di quello appena concluso.